Il Qatar si sta rapidamente guadagnando una reputazione per la sua scena musicale diversificata e dinamica, dagli astri nascenti locali agli artisti internazionali fino ai produttori pluripremiati attratti dalle sue strutture musicali all’avanguardia.
Qui di seguito riportiamo integralmente un articolo di Euronews.com.
Il Qatar si sta rapidamente guadagnando una reputazione per la sua scena musicale diversificata e dinamica, dagli astri nascenti locali agli artisti internazionali fino ai produttori pluripremiati attratti dalle sue strutture musicali all’avanguardia. Con l’avvicinarsi della Coppa del Mondo, la cantante qatariota Aisha ha registrato il singolo “Hayya Hayya, Better Together” per la colonna sonora ufficiale di Qatar 2022.
L’influenza dei Katara Studios
Matt Howe è un ingegnere del suono britannico che lavora in Qatar. Nel 1999 ha vinto un Grammy per il suo lavoro sull’album “The Miseducation Of Lauryn Hill”. Howe vuole conoscere meglio la musica mediorientale.
“Venire qui è stato un bene, volevo conoscere un po’ di più la musica mediorientale, la penisola araba e la regione del Golfo – dice Howe -. Volevo imparare cose nuove che potrò far conoscere quando tornerò a casa. Questo è un settore basato sul passaparola e se riesci a entrare in contatto con gli altri, è davvero un’ottima cosa”.
I Katara Studios sono responsabili della produzione del singolo “Hayya Hayya”, la colonna sonora ufficiale della Coppa del Mondo. Ma c’è dell’altro, visto che per la prima volta la colonna sonora del torneo conterrà più canzoni, riunendo artisti internazionali adatti a un pubblico globale. §
Mazen Murad è il direttore musicale dei Katara Studios. “È stato molto interessante far lavorare insieme persone di ogni tipo, gli è piaciuto – dice Murad -. Gli artisti occidentali sono entusiasti dei percussionisti e dei cantanti del Qatar e viceversa”.
Mazen Murad è un ingegnere di mastering: è lui a dare il tocco finale a un disco dopo la registrazione e il missaggio della musica. Con attrezzature di registrazione all’avanguardia, i Katara Studios hanno lanciato una loro etichetta discografica. Mazen descrive la differenza che hanno fatto queste strutture.
“Ci sono artisti, cantanti e musicisti che hanno la possibilità di affinare il mestiere in un posto come questo, registrando e pubblicando musica – dice Murad -. Se non avessero avuto questo posto, avrebbero dovuto aspettare di andare in Europa o qualcosa del genere. Quindi credo che abbia fatto un’enorme differenza”.
“Credo di parlare a nome di tutti quando dico che siamo assolutamente motivati a realizzare questo sogno nel miglior modo possibile – dice Bercovici -. Vogliamo realizzare la cerimonia d’apertura migliore che si sia mai vista. Stiamo affrontando la cosa con questo atteggiamento, siamo molto fiduciosi”.
Una parte importante della cerimonia di apertura è rappresentata dal singolo “Hayya Hayya, Better Together” cantato dalla qatariota Aisha. Una canzone che combina lo stile del Qatar con influenze di altre culture. “Direi che l’elemento più qatariota della canzone sono gli strumenti – dice Aisha -. La batteria è molto qatariota. Inoltre, ‘Hayya Hayya’ è una parola araba che significa: ‘Muoviamoci’. C’è una fusione di elementi qatarioti ed arabi. Non credo che la gente sia abituata a vedere un hijab in una canzone della Coppa del Mondo, quindi è stata una novità. Ci sono piccoli elementi qua e là che la rendono comunque internazionale e facile da digerire per tutto il mondo, conservando comunque la sua uncità.
Aisha è entusiasta del cambiamento dell’industria musicale nel Paese. “Penso che un numero maggiore di artisti qatarioti verrà fuori e sarà più coinvolto – dice la cantante qatariota -. Penso che ci sarà molta più diversità nell’industria musicale del Qatar. Non vedo l’ora che accada, perché conosco molti artisti del Qatar che sono davvero bravi e sorprendenti. Hanno solo bisogno di emergere: in realtà il Paese incoraggia molto i giovani a emergere e a condividere il proprio talento. Solo che non tutti osano farlo”.
Dall’Irlanda al Sudan: il Qatar ospita musicisti di tutto il mondo
In Qatar ci sono moltissimi espatriati. Non sorprende quindi che la capitale Doha abbia una scena musicale variegata, che si tratti di un cantautore irlandese o di un cantante e produttore sudanese. Uno di questi musicisti è Martin Farragher, conosciuto come Faraway Martin.
Irlandese di nascita e residente a Doha, Martin si esibisce regolarmente qui dal 2015. Di giorno lavora come insegnante di musica. “Insegno ai bambini di elementari e medie, quindi si parla di bambini dai 6 ai 12 anni – dice Martin -. Ci divertiamo molto. Insegnavo a bambini più grandi, ma mi trovo meglio con i più piccoli perché sono un po’ bambino anch’io”.
Finite le lezioni Martin, spesso accompagnato dalla sua band, suona in vari luoghi in città. “Durante il lockdown non c’erano concerti, non ci era permesso di suonare da nessuna parte – ricorda Martin -. Ma io e i ragazzi abbiamo deciso di fare dei video in vari luoghi: sulle tavole da paddle nell’oceano, in una grotta nel deserto… Poi li abbiamo messi su TikTok e Youtube e da lì è partito tutto. La Formula Uno ci ha contattato per chiederci di suonare sul palco principale il sabato sera, sono quasi caduto dalla sedia quando ho ricevuto l’e-mail. È stato fantastico, una grande esperienza”.
Martin apprezza la natura multiculturale di Doha. “Nella mia band ci sono un paio di ragazzi irlandesi, un inglese, un americano e un cubano – dice il cantante -. La scena musicale del Qatar è in continua evoluzione perché la gente va e viene. Questo ti fa stare sempre all’erta. Ed è anche un ottimo modo per fare amicizia e conoscere meglio i diversi tipi di musica e cultura”. Vista la crescente popolarità, Faraway Martin pubblicherà prossimamente un EP di cinque brani.
Sammany Hajo è un altro artista internazionale che ha fatto di Doha la sua casa: è arrivato qui quando aveva 16 anni. Nella sua musica combina R&B ed hip hop con le sue origini sudanesi. “Una volta acquisita la fiducia necessaria per sperimentare con la musica, è stato logico incorporare i ritmi e le melodie sudanesi nella mia musica”, dice Hajo, che usa la sua musica per parlare di questioni politiche e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla rivoluzione sudanese.
“Ho parlato con diverse persone che hanno partecipato alle proteste – racconta il sudanese -. Mi hanno parlato dell’importanza dell’arte e della rivoluzione. La musica aiuta le persone a capire e a vedere in modo diverso ciò che accade nel mondo. In Qatar ho incontrato molte persone che condividono la passione per la musica, persone di talento. Ho suonato con alcune di loro. Penso che sia solo questione di tempo prima di avere una piattaforma che unisca tutti gli artisti del Qatar, non vedo l’ora che ciò accada”.
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