Le valigie erano piene, le mie cose erano pronte, io spinta dalla curiosità salgo su quell’aereo che da Singapore mi porta in Ghana.
Un po’ di paura per un mondo nuovo, completamente diverso da quello che stavo lasciando. Era la prima volta per me in Africa, avevo sempre sentito e letto di persone che la raccontavano come un nuovo percorso, una scoperta di vita…..il mal d’Africa.
Ero un po’ scettica. Man mano che mi avvicinavo al paese dall’alto provavo ad orientarmi ma vedevo solo tante luci , era notte, non potevo dare risposte alla mia curiosità .
Atterro e all’apertura delle porte dell’aereo vengo invasa da un odore particolare, un po’ forte all’inizio ma poi ci si abitua. Il giorno seguente quando ho potuto realizzare un po’ di piu’ , con la luce del sole’ , l’impatto con la realta’ e’ stato forte . Dalla finestra della mia camera d’hotel vedevo un palazzo in costruzione, dove lavoravano ragazzi senza alcun tipo di protezione, alcuni anche scalzi. Ero incredula.
Mi sono fatta coraggio e sono uscita, ho percorso un piccolo tratto di strada a piedi , non c’erano i marciapiedi dappertutto. Ero nella parte nuova della citta, quella dove vivevano gli expat e pure tra un palazzo appena terminato ed un altro in costruzione si scorgevano baracche di lamiera.
Provavo un senso di angoscia e di dispiacere verso chi viveva in un posto simile, dentro di me si faceva sempre più viva la voglia di tornare da dove ero venuta. Ho avuto bisogno di tempo per capire, per sentirmi a casa, per metabolizzare la povertà.
Un giorno, in macchina, ferma ad un semaforo , un gruppetto di bambini scalzi ,alcuni seminudi si avvicinano e mi fanno capire che hanno fame, mi colpiscono i loro occhioni enormi ed il loro sorriso.
Nonostante la povertà affrontavano la giornata sorridendo, non era un sorriso finto, sorridevano e si divertivano senza avere nulla. Quegli occhi mi hanno rapita e li ho ancora fissi davanti a me…
Ecco si, il mal d’Africa! Mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose, a non dare niente per scontato, e soprattutto mi ha insegnato a vedere la vita da un’altra prospettiva quella della SEMPLICITA’.
2 risposte
È toccante come l’incontro con la povertà plasmi le prospettive, insegnando a valorizzare la semplicità e a riconoscere la forza nei sorrisi di chi, nonostante le difficoltà, trova gioia nelle piccole cose.
Mi stupisce come l’essere umano abbia soesso bisogno di allontanarsi dalla propria realtà per vedere e capire anche le cose che ci circondano quotidianamente. È come se il nuovo, il diverso, facesse cadere un velo scuro dai nostri occhi, o meglio dai nostri sensi, dalla nostra mente e forse anche dal cuore. Sarebbe bello lasciare quel telo abbassato.