Un Marito tutta Testa e Croce
Il tizio di cui sto per parlarvi credeva così tanto nell’assoluta accuratezza del caso, che quando la moglie gli chiese se quella domenica fosse pronto per andare in chiesa, rispose: «Moglie mia, da oggi credo a un nuovo Dio.»
«Ah sì, e chi sarebbe?»
Sogghignando, l’uomo tirò fuori un penny dalla tasca. «Questo, scettica di una miscredente», e così dicendo le sventolò la monetina sotto al naso.
La donna sollevò gli occhi al soffitto. «E che c’entra quello spicciolo col fatto che devi andare a messa?»
«Sarà lui a dirci se sono matto o se devo dar retta a te», rispose l’uomo, e con un colpo di pollice fece roteare in aria la monetina. Riacchiappandola al volo, rivolse alla moglie un’occhiataccia sfrontata. «Testa vado, croce resto a casa.»
Aprendo la mano, trasalì quando vide che la risposta era testa.
La moglie prese il cappotto. «Dai cammina, genio, che è tardi.»
Che cos’è una flash-fiction? Per farla breve, Fedele Lettore, le flash-fiction (come quella che hai appena letto) sono snack narrativi: piccoli, saporiti e non molto diversi dai panini con salamino e maionese di cui amiamo ingozzarci a ogni ricevimento. In poche parole, scritte bene e revisionate meglio, questi raccontini s’impegnano a narrare storie, o meglio, condividere un’immagine o uno stato d’animo dal retrogusto particolare. Perché mi piacciono tanto? Beh, considerando che è grazie a loro se ho avuto la possibilità di farmi conoscere dal pubblico, risponderò dicendo: scrivere, continuare a farlo e allo stesso tempo, si spera, intrattenere qualcuno, sono i motivi per cui mi sollazzo con quello che faccio.
Già che ci sei, Fedele Lettore, butta un occhio sul resto della mia produzione: https://www.vitenarranti.it/tag/sebastian-funari/