Un triste paesaggio…
Un gioioso passaggio.
Bisognerebbe sostare di fronte all’ultimo disegno che Antoine pone come postfazione alla sua opera “Il Piccolo Principe”, dandone anche una descrizione e una motivazione. Paesaggio bello e triste, paesaggio perciò ricalcato, paesaggio perciò rimpianto. Luogo dell’apparizione del Piccolo Principe sulla Terra e luogo della sua puntuale ripartenza.
Se qualcuno si trovasse a passare in Africa, dalle parti del deserto sahariano, dovrà sapere ormai che il paesaggio che vedrà è solo in apparenza simile a quello di altri deserti o a quelli visti durante viaggi già fatti. Si tratta di un paesaggio nostalgico, che rivela la promessa di un passaggio, per essere finalmente a casa.
In qualunque parte del mondo ci troviamo adesso, e in qualsiasi situazione esistenziale, sostiamo idealmente, insieme a tutti coloro che amano, sotto quel deserto e notturno cielo stellato; potremmo scorgere, nella luce dorata di una stella, il biondo ciuffetto di quel Piccolo bambino, il sorriso del Principe di un pianeta dove l’amore è davvero eterno e non, come si sente dire in giro, soltanto finché dura.
Un amore che ci viene per primo a incontrare, un amore da annunciare, un amore al quale sempre bisogna ritornare, un amore al quale tutto se stessi dedicare, un amore che sa ascoltare e al quale narrare tutta la nostra vita.