Leggo e guardo da giorni i momenti migliori dell’anno di tutti e mi chiedo dove stavo io mentre il mondo viveva le sue avventure migliori.
Non perché di un anno vissuto fra apnee e sollievi non abbia ricordi molto belli, anzi:i viaggi,il mare,i passi fatti in tante direzioni,mio figlio,le persone care,gli amici,i progetti,essere felice nel mondo.
Ma la tizia ottimista a cui subaffitto il cervello sta un attimo zitta perché nell’anno 2024 -non così esaltante per la specie umana lato bontà- io ho fatto per esempio, un sacco di cazzate.
Cose che non scriviamo sui social, perché anche dei nostri difetti su quella home page ci piace dare la versione socialmente accettabile.
Perché tutti i nostri outing sono un poco disonesti.
Le risposte cattive date troppo in fretta a chi non la pensava come me -con quella spocchia tipica dello Scorpione che alberga nei miei neuroni- le persone che abbiamo ferito e quelle da cui ci siamo fatte deludere a ripetizione solo per il gusto sottile di toccarsi la ferita.
Le proprie cazzate vanno perdonate?
Ho pagato anch’io la terapia: la conosco la vita serena.
Ma mi piacerebbe tanto per una volta, non dico non averle fatte, ma essere in buona compagnia e di non leggere solo correzioni e belle copie da dare in pasto agli altri per risultare migliori.
Sarebbe bello se tutti avessimo meno bisogno di continuare a spacciare la versione migliore di noi.
Sarebbe bello e liberatorio per un giorno staccare da questa parte e riderci su.