Aldo Moro poteva essere salvato?

 Nel marzo 2008, in occasione del trentesimo anniversario del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, il Ministro dell’interno Giuliano Amato rappresentò al Presidente del Consiglio Romano Prodi la proposta di rendere accessibili a tutti i documenti a suo tempo resi disponibili alla Magistratura e alla Commissione stragi. La proposta fu recepita dall’on. Prodi che con la direttiva dell’8 aprile 2008 invitò le amministrazioni dello Stato detentrici dei carteggi di interesse – cioè i servizi di intelligence e i ministeri di Affari esteri, Interno, Giustizia, Difesa, Economia e Finanze – ad avviare le procedure per la declassifica. L’Archivio centrale dello Stato fu individuato con provvedimento dell’Autorità delegata del 21 settembre 2010 come l’istituzione appropriata per assicurare la conservazione unitaria della documentazione sul caso Moro e consentirne la consultazione in un’unica sede. Il 23 febbraio 2011 la Presidenza sollecitò le amministrazioni interessate ad effettuare i versamenti. Con direttiva del 2 dicembre 2014 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha invitato tutte le amministrazioni dello Stato ad effettuare o completare in via definitiva il versamento della documentazione posseduta sul sequestro e l’uccisione dell’on. Aldo Moro.

La “Commissione Fioroni” viene istituita con legge 30 maggio 2014, n. 82.

Da questo momento in poi abbiamo percorso un sentiero di indagine pura, lontano dalla ricostruzione storica, che ci ha portato a risolvere un inquietante quesito che ha tormentato per anni la nostra Repubblica.

       Moro poteva essere salvato?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo sciogliere alcuni quesiti intermedi che riguardano le motivazioni che portarono le BR a volerne la cancellazione. Successivamente occorre interrogarci su come sia stato possibile che Aldo Moro venga prima rapito e poi barbaramente ucciso.

La mattina del 16 Marzo 1978, le BR non rapiscono un simbolo di potere della Repubblica. In realtà mirano ancora più in alto. Alle 9.03 di quella mattina, in Via Fani a Roma, i terroristi, rapiscono il riformatore della Democrazia italiana; un pensiero riformatore lungimirante ed autorevole che non si ferma ai propositi rinnovatori della politica interna al Paese, ma guarda anche oltre: ONU, Mediterraneo, Europa!

Per raggiungere questi obiettivi l’Onorevole Moro vuole provocare uno shock democratico interno che porti i partiti a confrontarsi democraticamente, così da giungere ad una “Democrazia integrale”, di ampio consenso popolare.

Tale obiettivo di rinnovamento democratico era in completo contrasto con coloro che la Democrazia volevano abbatterla anziché alimentarla di nuova linfa vitale e democratica di base Costituzionale.

La via della salvezza di Moro passa dalle due date chiave del suo dramma: 16 Marzo 1978 e 9 Maggio dello stesso anno, in cui Moro è vittima di due “reati”. Il “reato di sottovalutazione”, che porta al rapimento ed il “reato di abbandono”, che ne porterà all’uccisione dopo i 55 giorni di prigionia.

           Il “reato di sottovalutazione”

Moro poteva essere salvato dal rapimento?

Quella del 16 Marzo è la data in cui Oreste Leonardi, Iozzino, Rivera, Ricci e Zizzi vengono assassinati in Via Fani, all’angolo con Via Stresa a Roma. In quegli stessi attimi il Presidente viene lasciato volutamente in vita per essere rapito e strumentalizzato nei 55 giorni successivi.

Se si fosse preso in seria considerazione il “cablogramma Giovannone”, allora si, il rapimento Moro e la barbarie della scorta potevano essere evitate.

Se il colloquio Moro-Parlato della sera del 15 Marzo 1978, fosse stato preso seriamente in considerazione dall’allora capo della Polizia, allora si, il rapimento Moro e la barbarie della scorta potevano essere evitate.

Se le frequenti richieste di Oreste Leonardo, capo scorta del Presidente, inerenti la necessità di una macchina blindata fossero state esaudite, allora si, il rapimento Moro e la barbarie della scorta potevano essere evitate.

           Il “reato di abbandono”

Moro poteva essere salvato dalla morte?

Moro viene abbandonato al proprio destino da ogni parte politica, nazionale ed internazionale, perché il suo spessore politico riformatore è incontrollabile e pericoloso per coloro che all’epoca volevano silentemente conservare lo status quo degli equilibri raggiunti.

Da un punto di vista di politica interna, la forza riformatrice del pensiero di Moro avrebbe messo in pericolo i ruoli, le cariche e le conquiste di partito determinate in quei primi anni della giovane Repubblica Italiana.

Sottraendo in questo modo il potere a chi lo deteneva in quel momento ed abbiamo imparato negli anni che “il potere logora chi non ce l’ha”.

A Livello internazionale l’anima riformista del Presidente era pericolosa per gli equilibri labili che la “seconda” Guerra Fredda aveva stabilito fino a quel momento. Gli Stati Uniti avevano il timore che l’allargamento del dialogo che Moro aveva con l’allora PCI potesse essere una minaccia di espansione del blocco sovietico in Europa.

      L’epilogo

Le trattative palesi BR-Santa Sede (Mons. Curioni e Mons. Macchi) e quelle sotterranee BR-Stato (On.Claudio Signorile) crollano quando il probabile intermediario telefonico Alessio Casimirri, interrompe i contatti perché si dichiara in pericolo di vita, condannando il Presidente alla morte.

Morte che avverrà la mattina del 9 Marzo 1978, presumibilmente nelle zone limitrofe a Via Caetani, luogo del ritrovamento del corpo.

Moro viene materialmente ucciso dalla colonna romana delle BR, con la ideologica, consapevole e colpevole partecipazione del “fuoco amico”.

Quali sono i Vostri ricordi di quel periodo storico?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Centro documentazione Archivio “Flamigni”
  • Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale
  • Archivio storico della Presidenza della Repubblica
  • Archivio storico della Camera dei Deputati
  • Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo moro (Doc. XXIII N. 29)
  • Fondazione Gramsci onlus

mf 298, pp.  1685-1689, 1767-1768: Incontri Pci-Dc: Ritagli stampa dell’Unità in cui si fa spesso riferimento a Moro e ai suoi interventi (05-06/1977)

mf 317: Articolo di Moro “La Dc di fronte alla crisi, la responsabilità verso il paese” su «Il Giorno» (22/02/1978)

mf 322: Riunione Direzione DC (01/03/1978); Lettera di solidarietà di Berlinguer alla signora Moro (16/03/1978);  Delegazione PCI ai funerali dei cinque uomini della scorta di Moro su «l’Unità» (19/03/1978);  Invio alla Segreteria della DC di telegrammi e messaggi pervenuti al PCI sul rapimento Moro (22/03/1978); Comunicato della Direzione DC a un mese dal rapimento Moro (13/04/1978); Ringraziamenti (16/04/1978); Cronaca delle manifestazioni politiche e sindacali e solidarietà del Pci dopo  il falso comunicato sulla morte di Moro, «l’Unità» (19/04/1978)

mf 330: Volantino del movimento giovanile dopo l’uccisione di Moro (09/05/1978); Telegramma di Longo e Berlinguer alla signora Moro, dattiloscritto (09/05/1978); Telegramma su «l’Unità» del 10 maggio (09/05/1978); Commemorazione di Moro da parte di Fanfani a Trieste (08/06/1978)

mf 331: Commemorazione di Moro da parte di Zaccagnini al Consiglio Nazionale (28/07/1978)

  • Università degli studi di Roma “La Sapienza” – archivio storico
  • Archivio Centrale dello Stato
  • ALDO MORO, bb. 218 (1953-1978).

Documentazione relativa alla sua attività politica, parlamentare e di governo, oltre a corrispondenza e carte personali.

  • DIRETTIVE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Sequestro e uccisione dell’on. Aldo Moro (Direttive Prodi-Renzi)
  • Presidenza del Consiglio dei Ministri
  • Segretariato generale, Segreteria speciale principale, bb. 4 (1978-2010).
  • Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), bb. 38 (1978-1994).
  • Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), 13.292 unità documentarie in formato pdf (1978-2008). Inventario elettronico, consultabile in formato digitale.
  • Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI), 1.592 unità documentarie in formato pdf (1978-2000). Inventario elettronico, consultabile in formato digitale.
  • Ministero economia e finanze
  • Guardia di finanza, Comando generale

Ufficio sicurezza, b. 1 con 94 unità documentarie (1978-2008). Inventario cartaceo, consultabile in formato digitale.

Reparto operazioni, bb. 2 (1978-2014). Inventario cartaceo, consultabile in formato digitale.

Comando tutela dell’economia, b. 1 (1978).

  • Ministero degli affari esteri

Segreteria generale, Segnalazioni pervenute dall’estero, 9 unità documentarie (1978-1981).

Segreteria generale, Organo centrale di sicurezza, 85 unità documentarie in formato pdf (1978-2011). Consultabile in formato digitale.

Ispettorato generale, 164 unità documentarie in formato pdf (1978-2006 con docc. dal 1971). Consultabile in formato digitale.

  • Ministero della difesa

Arma dei Carabinieri, Comando generale dell’Arma dei Carabinieri e dei comandi interregionali Carabinieri “Pastrengo” di Milano, “Podgora” di Roma e “V. Veneto” di Padova, bb. 54 (1977-2008). Elenco di versamento in formato elettronico, consultabile.

  • Ministero di grazia e giustizia

Documenti riguardanti il parere dell’Avvocatura dello Stato relativamente al procedimento penale così detto Moro quinques, 3 unità documentarie (1996-2003).

  • Ministero dell’interno

Gabinetto, Segreteria speciale

Caso Moro, bb. 26 (1978-1992). Inventario cartaceo, consultabile.

Atti Sala gestione crisi, bb. 16 (1978). Inventario cartaceo, consultabile.

Dipartimento di pubblica sicurezza, Ufficio ordine pubblico, b. 1 (1978-1993). Elenco di versamento, consultabile.

  • DDI, Documenti Diplomatici Italiani
  • FRUS, Historical Documents of USA

 

 

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