C’è ancora domani- il debutto della regista Paola Cortellesi.

  1. Un film da andare a vedere, senza ombra di dubbio.

Paola Cortellesi pondera con attenzione le sue scelte coraggiose di regia e di recitazione. Una recitazione la sua e quella di Romana Maggiora Vergano (Marcella) che offrono il basamento all’intero film, che poggia i suoi momenti più importanti sulle due attrici…donne.

Le donne ed i loro diritti fanno da trama ad una pellicola che mette in primo piano le violenze, i soprusi e la mancanza di considerazione della condizione della donna in un Paese, come quello italico, che stava uscendo dalla seconda guerra mondiale, i cui bombardamenti ancora risuonano nei ricordi e nelle parole di Delia (Cortellesi) e Marisa (Fanelli).

La violenza non si combatte con la violenza, né con la fuga da un Paese, come il nostro, che in quel momento aveva bisogno di essere ricostruito.

La cura del male endemico e sociale del calpestio del genere femminile si risolve con la conquista di diritti civili e politici, come quello del giugno 1946, in cui per la prima volta in Italia, la donna poteva parlare!

La donna che esprime le proprie idee, considerazioni sociali e politiche anche attraverso il primo voto per le elezioni della Costituente.

Si avvicinava la data del 2 giugno, quella del voto per eleggere l’Assemblea Costituente, che avrebbe poi redatto la Costituzione Italiana, e contestualmente del referendum per scegliere il futuro assetto politico del paese: Monarchia  o Repubblica?

Come ricorda la giornalista Anna Garofalo: «Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere, hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore.». (Fonte: governo.it)

Il bisbigliato della Cortellesi dona forza recitativa ai momenti in cui la trama offrirebbe momenti, volutamente non colti, di svolta e soluzione ad una situazione familiare insostenibile.

Le lacrime e la sofferenza della Vergano accompagnano, per l’intera proiezione, una interpretazione portata avanti con vis emotiva sorprendente per una così giovane attrice.

Mastandrea (Ivano) e Colangeli (Ottorino) sono cinematograficamente padre e figlio, accomunati dai maltrattamenti delle rispettive mogli. Due recitazioni inespressive che leggono un copione a memoria portato avanti con il naturale talento romanesco, senza nessun apporto di ulteriore reviviscenza del personaggio interpretato. Mimicamente fissi.

Vinicio Marchioni e Francesco Centorame, al contrario, narrano con lo sguardo ed un’abile mimica facciale le emozioni contrastanti dei loro personaggi.

È un film che vede naufragare il suo alto messaggio politico, civile ed umano sugli scogli di quanto accade oggi, ad ormai settantasette anni dal quel giugno 1946.

Il voto politico, la contestazione del 1968, il movimento femminista e le leggi su divorzio ed aborto degli anni settanta, non sono riusciti a far conquistare alle figlie ed alle nipoti di Delia un proporzionato riscatto rispetto alla ottusa ed ignorante sottomissione e disprezzo che questo Paese ha avuto per le proprie donne in quegli anni di indicibile follia bellica e post bellica.

Negli anni novanta del secolo scorso, i femminicidi raggiugevano picchi parossistici (Fonte osservatorio dei diritti: omicidi totali: 1.938 nel 1991, 1.794 nel 1990, 1.476 nel 1992).

Il progetto di combattere la violenza con la non violenza ha fallito; lo stesso Ghandi ne fu vittima.

I diritti attuali, correttamente conquistati con pacifiche battaglie sociali, non hanno avuto l’effetto desiderato e conferiscono alla donna un’apparente opportunità di vita serena. Ma così non è.

In queste ore una giovane ragazza di 22 anni, Giulia Cecchettin è stata ritrovata morta per mano di una momentanea ipotesi di violenza perpetrata dal suo ex fidanzato coetaneo, ancora innocente, fino alla eventuale sentenza contraria.

Di cosa ha bisogno questo Paese per riconoscere il valore intoccabile delle donne?

Di una rivoluzione culturale che parta dalla Famiglia e sia sostenuta incondizionatamente negli istituti scolastici e dagli Insegnanti ai quali occorre restituire la dignità lavorativa ed istituzionale.

Il riscatto che la sora Delia offre alla figlia Marcella passa per l’opportunità che una madre offre alla figlia di frequentare le scuole medie, regalandole tutti i propri risparmi nascosti al marito e padre oppressore.

Avremmo bisogno di ricostruire un’educazione, una sensibilità ed un amor proprio che non è mai riuscito a maturare o che comunque dal 1946 ad oggi si è perso nei meandri del basso consumismo emotivo ed economico che ha polverizzato ogni forma di umano contatto.

Se solo imparassimo ad amare di più noi stessi e le delicate presenze femminili che abbiamo vicino, forse la conquista dei diritti sociali sarebbe solo la naturale conseguenza di un processo culturale evolutivo e non una eccezionale conquista.

Se proprio non fossimo in grado, come effettivamente non siamo mai stati, di sostenere una rivoluzione, beh…che almeno auspico sia possibile mettere in piedi una contestazione che sbricioli le dannose sovrastrutture culturali da cui siamo appesantiti e obnubilati.

“C’è ancora domani” è un film che è vecchio già prima di uscire perché quel percorso di rinascita umana che vuole raccontare, passa attraverso il riconoscimento dei diritti ed una crescita sociale che ad ormai troppi anni di distanza da quel momento storico è certificata come dolorosamente fallita.

…ma questa è solo una visione personale lontana da ogni sterile giudizio.

Nulla a che vedere con i sentimenti di ognuno di voi che avrà vissuto durante la visione della coraggiosa ed ottima Paola Cortellesi che si è assunta ogni responsabilità per la sua première come regista.

E tu cosa hai percepito?

Lascia un commento qui di seguito.

 

C’è ancora domani

(Fonte: Wikipedia)

Lingua originale italiano
Paese di produzione Italia
Anno 2023
Durata 118 min
Dati tecnici B/N
Genere commediadrammaticostorico
Regia Paola Cortellesi
Sceneggiatura Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi
Produttore Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani
Produttore esecutivo Saverio Giuseppe Guarascio, Gianluca Mizzi, Mandella Quilici
Casa di produzione WildsideVision Distribution
Distribuzione in italiano Vision Distribution
Fotografia Davide Leone
Montaggio Valentina Mariani
Effetti speciali Franco Galiano
Musiche Lele Marchitelli
Scenografia Massimiliano Paonessa, Lorenzo Lasi
Costumi Alberto Moretti
Trucco Ermanno Spera
Interpreti e personaggi

· Paola Cortellesi: Delia

· Valerio Mastandrea: Ivano Santucci

· Emanuela Fanelli: Marisa

· Gabriele Paolocá: Peppe

· Vinicio Marchioni: Nino

· Giorgio Colangeli: Sor Ottorino Santucci

· Romana Maggiora Vergano: Marcella Santucci

· Francesco Centorame: Giulio Moretti

· Lele Vannoli: Alvaro

· Paola Tiziana Cruciani: Sora Franca

· Yonv Joseph: William

· Alessia Barela: Orietta

· Federico Tocci: Mario Moretti

· Priscilla Micol Marino: Sora Giovanna

· Maria Chiara Orti: Sora Rosa

· Silvia Salvatori: Sora Elvira

· Mattia Baldo: Sergio

· Gianmarco Filippini: Franchino

· Armando De Razza

 

 

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2 risposte

  1. Non ho avuto modo di vedere il film, spero di poterlo fare presto.
    Ma mi lascia pensare molto che non riusciamo a “rispettare” le battaglie che le donne hanno fatto in passato per farci acquisire pari opportunità e diritti. L’articolo 3 della costituzione dovrebbe farci riflettere “TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE SENZA DISTINZIONE DI SESSO…..”Calpestiamo gli sforzi del passato e viviamo in un mondo insensibile che fa sempre più “paura”. Cosa stiamo insegnando e che valori trasmettiamo alle nuove generazioni? Cosa stiamo costruendo?

    1. Cara Rosa,
      dai recenti fatti di cronaca, purtroppo nera, sembra che siamo di fronte ad una società immatura che non sia stata in grado di assorbire interiormente, a livello personale, i dettami della Costituzione, generando una desertificazione umana che uccide i propri figli e le proprie figlie.
      Abbiamo molto da fare per ricostruire un’epoca storica completamente vuota di cultura umana!

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