Luigi Coppola

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo XII

Se cado, rialzami… Come annunciato nella riflessione precedente, riprendiamo l’argomento della “correzione”. I puntini sospensivi, che introducono la citazione scelta per questo commento, suggeriscono un’utile ripresa del contesto della frase – che dà voce a quanto si muove nell’interiorità di Renzo -, la quale suona così: “…di tanti visi, non ce

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo XI

Nessuno vorrebbe essere corretto da qualcuno… Il tema della “correzione”, cosa quanto mai necessaria ma altrettanto ripudiata ai nostri tempi, emerge dalle parole e dai gesti che il Griso, capo de “i bravi”, incaricato da don Rodrigo per il “ratto” di Lucia, rivolge al proprio mandante, a margine del fallimento,

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo X

Il confine tra affermazione autorevole e plagio… Il contesto della frase, che ispira il commento seguente, richiama l’originarsi della “vocazione religiosa” di Gertrude. La storia narrata, anzi rinarrata, dal nostro Alessandro, fornendo una lunga parentesi che dettaglia la descrizione del dramma personale vissuto da Gertrude sin da fanciulla, mette in

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo IX

Parlare o tacere per il bene dei figli… Le riflessioni fatte fino a questo momento, come quelle che seguiranno, e la stessa proposta di oggi, potrebbero apparire scollegate tra loro; tale parvenza di “parzialità” o, meglio, di frammentarietà può essere colmata in un solo modo: prendere la decisione, laddove si

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo VII

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il sogno… “Tra il primo pensiero d’una impresa terribile, e l’esecuzione di essa (ha detto un barbaro che non era privo d’ingegno), l’intervallo è un sogno, pieno di fantasmi e di paure”. Il sogno, che qui viene descritto, definisce un’esperienza dai contorni “terrificanti”: un

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo VI

Si è ciechi senza una guida… Capita che gli insegnamenti più radicati in noi siano quelli ricevuti in connessione a particolari gesti, come, per esempio, le espressioni del viso. Tali atteggiamenti, molto spesso, sono designabili come vere e proprie esperienze traumatiche. Si pensi, a tal proposito, alla differenza tra un

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo IV

Io ti perdono ed essi non ti perdono…   L’immagine di copertina, volutamente modificata, cela, nella versione intera, i tratti di una persona, verso la quale, a ben vedere, si rivolge, di sbieco, lo sguardo di Renzo (vedi le somiglianze con la descrizione dell’immagine della rubrica su “Il Piccolo Principe“).

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo III

Della bene-detta ignoranza… Il titolo di questo commento combina due stili: il primo, ormai da secoli tramontato, secondo il quale un autore “battezzava” la sua opera con una denominazione che piuttosto di puntare a “fare colpo” sul lettore andasse dritta al cuore della questione ivi trattata (i latini direbbero “in

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo XII

Se cado, rialzami… Come annunciato nella riflessione precedente, riprendiamo l’argomento della “correzione”. I puntini sospensivi, che introducono la citazione scelta per questo commento, suggeriscono un’utile ripresa del contesto della frase – che dà voce a quanto si muove nell’interiorità di Renzo -, la quale suona così: “…di tanti visi, non ce

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo XI

Nessuno vorrebbe essere corretto da qualcuno… Il tema della “correzione”, cosa quanto mai necessaria ma altrettanto ripudiata ai nostri tempi, emerge dalle parole e dai gesti che il Griso, capo de “i bravi”, incaricato da don Rodrigo per il “ratto” di Lucia, rivolge al proprio mandante, a margine del fallimento,

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo X

Il confine tra affermazione autorevole e plagio… Il contesto della frase, che ispira il commento seguente, richiama l’originarsi della “vocazione religiosa” di Gertrude. La storia narrata, anzi rinarrata, dal nostro Alessandro, fornendo una lunga parentesi che dettaglia la descrizione del dramma personale vissuto da Gertrude sin da fanciulla, mette in

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo IX

Parlare o tacere per il bene dei figli… Le riflessioni fatte fino a questo momento, come quelle che seguiranno, e la stessa proposta di oggi, potrebbero apparire scollegate tra loro; tale parvenza di “parzialità” o, meglio, di frammentarietà può essere colmata in un solo modo: prendere la decisione, laddove si

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo VII

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il sogno… “Tra il primo pensiero d’una impresa terribile, e l’esecuzione di essa (ha detto un barbaro che non era privo d’ingegno), l’intervallo è un sogno, pieno di fantasmi e di paure”. Il sogno, che qui viene descritto, definisce un’esperienza dai contorni “terrificanti”: un

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo VI

Si è ciechi senza una guida… Capita che gli insegnamenti più radicati in noi siano quelli ricevuti in connessione a particolari gesti, come, per esempio, le espressioni del viso. Tali atteggiamenti, molto spesso, sono designabili come vere e proprie esperienze traumatiche. Si pensi, a tal proposito, alla differenza tra un

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo V

Rischiare sì, raschiare no… La differenza tra rischiare e raschiare non consiste in un semplice gioco di parole, ed emerge nella sua scottante verità da un passaggio del dialogo che fra Cristoforo intrattiene con Renzo. La frase è concisa, ma potente: “Non rivangare quello che non può servire ad altro

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo IV

Io ti perdono ed essi non ti perdono…   L’immagine di copertina, volutamente modificata, cela, nella versione intera, i tratti di una persona, verso la quale, a ben vedere, si rivolge, di sbieco, lo sguardo di Renzo (vedi le somiglianze con la descrizione dell’immagine della rubrica su “Il Piccolo Principe“).

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“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo III

Della bene-detta ignoranza… Il titolo di questo commento combina due stili: il primo, ormai da secoli tramontato, secondo il quale un autore “battezzava” la sua opera con una denominazione che piuttosto di puntare a “fare colpo” sul lettore andasse dritta al cuore della questione ivi trattata (i latini direbbero “in

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