Francesco e le sue Limousine

Sera…Il prato è un mare calmo,
le mucche che ondeggiano verso le stalle
sembrano tante barche che rientrano al porto.
(Fabrizio Caramagna)

Oggi ci siamo spostati ad Anagni per intervistare un allevatore locale.

Francesco è un ragazzo di Anagni nota come la città dei Papi, per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) e per essere stata a lungo residenza e sede papale. In particolare il nome di Anagni è legato alle vicende di papa Bonifacio VIII e all’episodio noto come lo “schiaffo di Anagni”.

Nel centro medievale della città si trovano il Museo della Cattedrale (MuCA), all’interno del quale è possibile visitare la celebre cripta ed il Museo Palazzo di Bonifacio VIII.

Ma Anagni non è solo cultura e importante polo farmaceutico del Lazio. La cittadina, infatti, è circondata da campagne verdeggianti che sono fonte di vita, lavoro e reddito per gli agricoltori ed allevatori locali.

Ognuno di loro ha scelto come vivere in base alle opportunità che ha avuto a disposizione; ognuno di loro ha qualcosa da raccontare.

La vita narrante di oggi è quella di Francesco Bracci, classe 1996. Ventisei anni ancora da compiere interamente vissuti nella contrada di Tufano.

Ad oggi Francesco è titolare della omonima azienda agricola, di mucche Limousine, dove alleva i capi per poi rivendere i prodotti nella macelleria che ha aperto sempre all’interno del suo complesso aziendale.

Lo abbiamo incontrato ed intervistato per ascoltare un’esperienza di vita diversa dalle comuni scelte “cittadine”, anche se non estraniata ed avulsa dalla realtà di oggi.

 

Buongiorno Francesco, come nasce la Tua azienda di allevamento?

L’azienda è stata fondata dai miei bisnonni ed io subentro nel ramo di mio nonno materno. Quindi possiamo dire che la realtà attuale nasce negli anni 50/60.

Io mi avvio nel 2017 anche grazie a dei finanziamenti regionali ed al supporto dei miei genitori, che inizialmente non condividevano pienamente la mia scelta.

Parlaci di loro e del percorso che ti ha portato alla Tua attività.

Mia madre, Daniela e mio padre, Marco sono due medici che non vedevano di buon occhio questa mia scelta. Volevano che portassi avanti gli studi e non un’attività così impegnativa come è quella del mio allevamento.

Infatti ho intrapreso un percorso di studi arrivando alla laurea in fisarmonica presso il Conservatorio, grazie alla quale ad oggi insegno presso un Liceo musicale.

Quindi oltre l’allevamento di bovini porti avanti anche l’attività di insegnante di musica. Hai tentato altre strade prima di diventare allevatore?

Si, svolgo entrambe le attività di insegnante ed allevatore e prima di arrivare a questo ho superato il test di ammissione al Politecnico di Milano, senza però effettuare l’scrizione ad una facoltà. Successivamente mi sono iscritto alla facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, per poi sospendere momentaneamente lo studio per dedicare il tempo necessario a lanciare l’azienda.

Quindi hai trovato un ostacolo familiare per intraprendere la Tua iniziativa di allevatore?

Dopo un iniziale confronto di vedute contrapposte con i miei genitori, ho ricevuto da loro tutto il supporto necessario. Mia madre infatti ha rilevato l’intera proprietà dell’azienda di famiglia permettendomi di disporne nel modo che ritengo migliore per la riuscita.

Ad oggi mi sento sostenuto e supportato e devo tutto ai miei genitori che mi permettono di realizzarmi come meglio credo.

Cosa Ti ha spinto a fare questo tipo di scelta?

Diventando allevatore di mucche Limousine ho scelto il contatto con la natura e gli animali che mi consentono di vivere il senso profondo di libertà.

A noi sembra che abbia fatto una scelta che di libertà te ne conceda poca, visto il grande impegno che un allevamento di questo tipo comporta.

A questo punto, durante l’intervista, intuiamo un sorriso che Francesco ha sul suo viso semi nascosto dalla mascherina anti covid. E prosegue nella sua risposta.

“Sicuramente la scelta aziendale di un allevamento di animali vivi comporta grandi responsabilità, che rendono la libertà relativa”

Segue un attimo di pausa, Francesco sta cercando nella sua mente un pensiero, qualcosa con cui riesca a trasmettere sinteticamente quello che prova e ci riesce cosi: “Sì è vero, godo di una libertà circoscritta, ma mi sono ispirato a Confucio “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”.

 

 

 

 

 

 

Quali sono i progetti per il Tuo futuro?

Da un punto di vista personale vorrei averne uno con la compagna alla quale sono legato da sette anni, che condivide la mia scelta di vita e che lavora con me presso il punto vendita della macelleria che abbiamo in azienda.

Da un punto di vista aziendale, ho già ottenuto molto in questi anni. Sono passato dal solo allevamento del bestiame alla macellazione e vendita.

In questi ultimi due anni ho triplicato il numero dei capi di bestiame da trenta unità iniziali alle attuali novanta.

Mi sento radicato in questa mia terra e qui voglio realizzarmi.

In questa epoca digitale ed iperconnessa che rapporto hai con tecnologia e social network?

Penso che i social siano ormai irrinunciabili per la comunicazione aziendale. Le nostre pagine Facebook ed Instagram sono fondamentali per raggiungere i nostri clienti, dai quali riceviamo gli ordini di acquisto tramite WhatsApp. Se non fossimo aggiornati non sapremmo come evolvere.

Inoltre investiamo molto anche in tecnologia applicata alle nostre esigenze di lavoro. Abbiamo acquistato, per esempio, un trattore a guida digitale per ottimizzare i costi ed i tempi della gestione aziendale delle colture collegate alla attività. Questa guida intelligente del mezzo ci permette di essere presenti a bordo, ma di lasciare che sia la macchina ad ottimizzare i percorsi di semina. Eliminare gli sprechi è la prima forma di guadagno.

Se dovessi descrivere te stesso come lo faresti?

Penso che le persone che ho intorno e quelle che mi conoscono apprezzino la mia scelta e le modalità con cui l’ho fatta, ribaltando la visione di “semplice” agricoltore a quella di Imprenditore agricolo. Mi ritengo un imprenditore.

Reinvesto il mio compenso nelle attività aziendali perché voglio crescere e con me lo farà la mia azienda.

Un’ultima domanda: cosa diresti ai Tuoi coetanei?

Di credere in se stessi e nei propri progetti.

Grazie Francesco, per averci ricevuto e dedicato del tempo. Ti auguriamo gli obiettivi migliori!

…Qui di seguito riportiamo la sequenza fotografica che documenta una divergenza di opinioni tra Francesco ed il toro del Suo allevamento.

 

                          La redazione

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