Francesca Sesti è, prima di tutto, una donna.
Il suo percorso di vita l’ha portata a diventare un avvocato del Foro di Roma dove si occupa di diritto di famiglia e dei diritti dei minori. Francesca nasce a Cosenza, nel mese di febbraio.
Avvocato, madre, moglie e anche cuoca di piatti tipici della tradizione calabrese e romana.
Nel 2022 pubblica il suo primo libro per raccogliere alcune delle “Vite Narranti” che ha incontrato durante il suo percorso professionale
Buongiorno Avvocato, vuole aggiungere altro a quello che abbiamo appena detto di Lei?
Sì. sono nata a Cosenza, ma vivo a Roma dai tempi dell’Università. Che io sia una cuoca di piatti tipici della tradizione calabrese e romana, è un gentile tributo del mio amico, chef e giornalista, Alex Falcone Ziccarelli. In realtà, amo la convivialità e mi piace cucinare per gli amici, senza grosse pretese.
Cosa trova il lettore nel Suo libro “Avvocata, io ti racconto”?
Il mio libro racconta storie di donne e di famiglie. Donne forti ma, anche, donne maltrattate e maltrattanti. Donne che a seguito della crisi familiare hanno continuato a occuparsi con altruismo dei propri figli e donne che, invece, quei figli li hanno strumentalizzati confondendo il loro ruolo di mogli (magari offese e lasciate) con quello genitoriale.
Francesca, secondo Lei il mondo è diviso secondo una differenza tra sessi, o tra bene e male?
Dire che il mondo sia diviso tra “bene” e “male” mi sembra una categorizzazione estrema, che non mi appartiene. Con il mio libro, voglio dimostrare che è sempre bene fuggire dagli stereotipi, compreso quello di genere.
Sono solo le donne ad essere maltrattate nei legami sentimentali?
Non penso nella maniera più assoluta che nei legami sentimentali siano soltanto le donne a essere maltrattate.
Quale è il concetto di amore che vivono le persone maltrattate dal partner?
E’ difficile dare una risposta a questa domanda. Direi che chi subisce maltrattamenti e continua a rimanere con il partner è succube, dipendente dal maltrattante. Va detto, però, che le cause di questa dipendenza sono molteplici: paura, mancanza di indipendenza economica, scarsa considerazione di sé, tanto per citarne alcune. Lascerei, però, queste considerazioni a psicologi e psichiatri. Io mi sento una semplice cronista ed è fondamentale non confondere il ruolo di terapeuta con quello di avvocato, se si vuole difendere al meglio il proprio Assistito.
Quanto una persona maltrattata è vittima del partner e quanto lo è da se stessa? Voglio dire: Il maltrattamento è una questione di scelta inconscia dalla quale ci si può salvare?
La persona maltrattata è sempre vittima del partner: questo, non dimentichiamolo mai. Se è anche vittima di se stessa, lo è perché, spesso, la violenza perpetrata nei suoi confronti è soprattutto psicologica e il carnefice mina, giorno dopo giorno, l’autostima della sua vittima sino ad annullarla completamente. Sicuramente ci si può salvare, ma la vittima ha bisogno di una giustizia che funzioni e di una società che si faccia carico della sua inclusione. E, mi creda, non è così scontato che ciò accada.
Quali sono le principali cause per cui due persone che si amano arrivano a maltrattarsi?
Se parliamo di maltrattamenti “in senso lato” e non di violenza fisica o psicologica vera e propria, la principale causa è che l’amore è finito e, quindi, semplicemente, quelle due persone non si amano più. Quando un amore finisce, l’altro ci appare nella sua nudità e scopriamo difetti che prima non vedevamo. L’altro, diventa un estraneo. Se poi intende riferirsi ai maltrattamenti post separazione, le principali cause sono quella economica e il fatto che quasi mai uno dei due partner sia pronto al c.d. divorzio psicologico: l’amore difficilmente finisce contemporaneamente per entrambi i membri della coppia. E, chi la separazione la subisce, prova una grande rabbia.
Perché le persone che si amano arrivano, in alcuni casi, a tradirsi?
A mio parere, se le persone si amano, non si tradiscono: il tradimento è sempre indice di un malessere pregresso della coppia.
Due ex coniugi rimangono sempre dei genitori. Ad oggi in Italia, esiste secondo la Sua esperienza una giusta ripartizione dei doveri verso i figli nella fase post divorzile?
I problemi nascono quando gli ex coniugi (o conviventi) dimenticano di essere entrambi genitori dei loro figli. Una ingiusta ripartizione dei doveri verso i figli nella fase successiva alla disgregazione del nucleo familiare non è dovuta alla legislazione, ma alla scarsa consapevolezza da parte di molte persone del fatto che un bambino ha il diritto di continuare ad avere due genitori, entrambi accudenti in maniera paritaria nei suoi confronti.
Molte coppie rimangono separate in casa. Quanta influenza hanno i fattori economici nella scelta della separazione?
Direi che i fattori economici hanno un ruolo determinante perché la separazione impoverisce. E impoverisce molto.
Una coppia “in bonis” è magicamente funzionante e dopo la separazione/divorzio si trasforma in una drammatico luogo di guerra. Cosa porta due persone ad amarsi per poi odiarsi e perché quell’amore che li ha uniti nella coppia non li guida più durante la separazione?
Se due persone si separano, è evidente che non è l’amore a poter continuare a guidarli. Dovrebbe essere guidati da altro, innanzitutto dal buon senso. Alcune coppie riescono a separarsi civilmente e i primi a giovarne sono i figli. Altre, invece, lasciano che a prevalere siano i rancori, la rabbia, gli interessi economici: direi che il ruolo dell’avvocato (e di un avvocato che si occupi prevalentemente di diritto di famiglia) sia determinante nella scelta tra “guerra dei Roses” e “separazione pacifica”.
Secondo la Sua esperienza un minore maltrattato “oggi” che tipo di adulto sarà “domani” e che ruolo avrà all’interno della coppia e della Società?
Non ho gli strumenti per rispondere a questa domanda: ogni generalizzazione, senza avere competenze specifiche che io non ho, potrebbe essere fuorviante e pericolosa.
Un’ ultima domanda: secondo Lei dopo ogni “fine” esiste un nuovo “inizio”?
Certamente, ne sono convinta. Una sezione del mio libro, quella dedicata alle donne tradite, è preceduta dalla frase: “Curare le ferite, riprendersi la vita”. Non è facile, ma si può.
Francesca, Grazie!!
Le auguriamo una buona Vita Narrante.