Micro uniVersi – Intervista a Federica Lorusso

“E il naufragar m’è dolce in questo mare”

Oggi ho il piacere di poter introdurre la prima ospite di questo nuovo filone di interventi, che vedranno protagoniste persone che vivono nel loro micro universo, circondate da arte, letteratura e, più nel dettaglio, da versi poetici. Ci sono molti modi di vivere la vita, così come ci sono molti modi di interagire con le proprie emozioni. La poesia ha in questo, secondo me, un canale diretto e molto profondo.

Dopo questa breve introduzione, sono pronto ad introdurre Federica, giovane scrittrice di 25 anni, laureanda in lettere moderne presso l’Università di Bari.

 

Il Micro UniVerso di Federica Lorusso
Ciao Federica, benvenuta nello spazio di Vite Narranti. Intanto ci tengo a ringraziarti per esserti resa disponibile per questa chiacchierata. Inizio domandandoti di presentarti brevemente, se hai piacere, e dirci chi sei, in che realtà vivi e di cosa ti occupi nella vita di tutti i giorni.

Ciao! Innanzitutto, grazie per l’opportunità offertami; ho 25 anni e sono laureanda in lettere moderne presso l’Università di Bari; dunque, sono una studentessa a tempo pieno, come si suol dire. Tuttavia, da poco ho intrapreso un tirocinio formativo come correttrice di bozze in una delle più importanti case editrici di Italia. Sono completamente intrisa di letteratura, arte, e tutta la bellezza da esse contemplate.

Questa intervista nasce in quanto mi sono imbattuto nel tuo profilo Instagram, @navigare_poetico, e ho ravvisato la tua passione accesa per il mondo della poesia che coltivi nonostante i tuoi impegni da studentessa, e mi ha incuriosito. In primis ti domando come mai utilizzi questo nome sul social, e da dove nasca.

Grazie per la domanda. La prima cosa a cui ho pensato, mentre riflettevo sul nome – e dunque sull’identità della pagina – è stata «(…) e il naufragar m’è dolce in questo mare.» da «L’Infinito» di Leopardi. Mi è balenata l’idea di trasferire sul profilo una dolce contemplazione, che potesse rievocare – se pur per un solo istante – i plurimi pensieri che invalidano la nostra mente, nel quotidiano. Sai, come quando sei tra le onde, in una calda giornata estiva, e tutto ciò che ti attanaglia sembra svanire.

Citi Leopardi, dunque ti domando: ti piace la letteratura in generale, o sei focalizzata principalmente sulla poesia? Hai questa passione da sempre?

Ho sempre nutrito un forte sentimento nei confronti della letteratura generale, e in particolar modo della poesia. La poesia mi ha sorretto quando ero sul punto di lasciarmi andare, mi ha aiutato a credere nel bene, nella bellezza di cui l’uomo è capace. Un vero e proprio rifugio materno. Inoltre, credo sia il mezzo più potente per «empatizzare» con la vita degli altri. Stabilire una rivoluzionaria sintonia.

Chi incrocia il tuo profilo non infatti può fare a meno di notare la tua predisposizione per la scrittura, poetica in particolar modo. Quali tematiche tratti? C’è un ambito specifico che più ti attrae?

Le tematiche sono plurime, ma vertono in particolar modo sul vizio introspettivo di valutarci, gran parte delle volte, negativamente. Credo sia l’argomento a me più caro, visto che è quello che spesso ha finito per mutilare il mio sereno vivere. E credo che il medesimo discorso possa applicarsi un po’ a tutti noi, in perenne lotta con noi stessi. Ad ogni modo, tutte le mie poesie riflettono la quotidianità, mia ed altrui specialmente, attraverso la memoria degli sguardi degli altri. È come se stabilissi una connessione, unilaterale chiaro, che mi restituisce emozioni nuove. È un continuo viaggio.

A questo punto ti domando perché hai scelto la poesia e non la prosa per esprimere le tue emozioni? Cosa ti dà in più?

Credo che la poesia sia un mezzo più efficace, se pur paradossalmente più enigmatico a tratti, per penetrare gli animi. È carica di simbolismi, spesso accarezzata da una patina onirica, surrealista. Bisogna indagare, sprofondare, perdersi, esplorare per poi risalire e ritrovarsi.

Nel tuo percorso, ho notato che hai avuto modo di pubblicare un libro, una raccolta poetica, intitolata “Oltre Uomo – Poesie oltre superficie”. Mi racconti un po’ come nasce l’idea di scrivere un libro, il perché del titolo, e che tipo di poesie contiene?

È stato uno dei piccoli obiettivi preposti, avevo la necessità di riversare il mio sentire nella scrittura. La mia raccolta poetica valica l’abisso dell’esperienza per cedere il posto ad un iter introspettivo, psicologico, oltre la superficie, oltre la volontà di potenza, oltre il reale. Oltre l’uomo fisicamente inteso, oltre i limiti. È un modo per esiliarsi dalla realtà ed inserirsi in una in cui ci si possa riappropriare di sé e superare quei vizi di forma imposti dalla società in cui siamo inseriti. Le poesie, come dicevo, trattano plurime tematiche, ma ognuna di loro è attraversata dalla riflessione, dalla meditazione, dalla ricerca di sé che portano il lettore ad evadere per conoscersi come non ha mai fatto.

Se una persona si trovasse tra le mani il tuo libro, cosa ti auspichi che possa trovarci? Quali sensazioni speri che possa provare?

Io mi auguro che possa ritrovare sé stesso, come ho fatto io, che ero catapultata in una burrasca che sembrava non aver mai fine, che speravo nella terra promessa. Alla fine, ci sono approdata.

Da autore ad autrice: come mai hai deciso di pubblicare il libro, e diffondere i tuoi versi liberamente anche ad altre persone? In fondo, scrivere pensieri, anche personali, e renderli fruibili a tutti, penso richieda un po’ di riflessione prima di procedere. Me lo sono domandato per me stesso a mio tempo, e sono curioso di sapere la tua risposta in merito.

Io credo sia necessario condividere i propri pensieri e le proprie emozioni, visto che il contesto storico al quale siamo faticosamente approdati sembra aver appiattito tutto. Anche i sentimenti. La ritengo una missione, soprattutto nei confronti di chi ha difficoltà ad esternare sé stesso per timore di taglienti giudizi.

Hai uno stile di scrittura che preferisci, e a cui più o meno tendi, o ti lasci guidare dalle parole di volta in volta? Completo la domanda chiedendoti inoltre se nella scrittura ti senti influenzata o ispirata da qualche poeta che hai letto e che ti è rimasto particolarmente dentro.

Certamente, il mio poeta di riferimento è Ungaretti, studiato da cima a fondo, nei meandri più lugubri, fitti, e difficili. Trasalto e respiro: conosco me stessa. Per quel che riguarda lo stile, tendenzialmente mi lascio trascinare, le mie parole sono istintive; spesso mi avvalgo di quelle cadute in disuso perché a mio avviso sono immortali.

Il modo con cui conduci la tua vita è legato a ciò che scrivi, o sono due ambiti nettamente distinti, di “scissione” tra la te quotidiana e la te più introspettiva?

Non esiste scissione, a mio avviso. Piuttosto, credo che attraverso la poesia emerga la parte più autentica dell’ego, che spesso – in società – soffochiamo.

Un’ultima domanda, che spesso faccio, ma che davvero penso che identifichi le sfumature di ognuno di noi al riguardo: che cosa è per te la poesia?

La poesia per me è ricerca interiore. Ritengo che ognuno non si conosca fino a fondo. Costituisce una delle modalità attraverso cui realizzare e sperimentare questa conoscenza. Non è solo diletto, è esperienza, è vita.

L’Io Interiore di Federica

Per capire l’interiorità di Federica, credo che non ci sia modo migliore che riportare in chiusura una sua poesia, da lei ritenuta molto significativa, che è anche apri-fila del suo libro “Oltre Uomo – Poesie oltre superficie”.

Ringraziandola molto per essersi aperta ed aver condiviso ciò che ha dentro, vi lascio alle sue parole, augurandole tanta fortuna col suo libro e per il suo futuro.

Oltre uomo

Soggiace al virulento abisso
il cuore del sognatore:
Il petto tace.
Risona il tempo perduto,
disteso tra un’onda
ed un’altra,
non trascinato a riva bensì
annegato
tra i respiri strozzati
di un cuore che pace
non ne ha.
Quale destinazione per un animo
galleggiante
strappato al potere fatale
del volere immortale
nel breve viaggio
a piedi nudi
un tascapane
la paura
Oltre misura.

Federica Lorusso

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4 risposte

  1. Quanta verità nelle parole di Federica. Credo che la letteratura, la poesia, le parole siano non uno strumento, ma lo strumento per eccellenza per aiutarci a capire l’animo umano e le sue emozioni. Solo una volta capite e riconosciute, saremo nuovamente in grado di provarle veramente e quindi esprimerle, uscendo dall’appiattimento di cui Federica parla.

    1. Ciao Federica,
      Grazie a Te ed al nostro neo Redattore Lorenzo che ci ha inviato questa sua prima intervista.
      Continua a seguirci!!
      La Redazione

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