Alle anime sofferenti

Capita…spesso o raramente, ma capita.

O almeno può capitare. Dipende dalle scelte. Molte volte dipende dall’amore cieco, fatto di quei sentimenti profondi che emergono quando ami una persona con amore viscerale.

E’ un modo diverso dall’amare comune, quasi di ispirazione poetica. In fondo Dante ha avuto Beatrice, Petrarca era rapito dalla sua Laura, Fiammetta accendeva Boccaccio, Silvia animava il genio di Leopardi. Chi non ha avuto una donna, più o meno idealizzata, che lo ha rapito e portato lontano?!

PetrarcaAnche i poeti hanno avuto i loro problemi sentimentali.  Era il 6 aprile 1327, Venerdì Santo, quando Francesco Petrarca per la prima volta vide nella chiesa di Santa Chiara di Avignone Laura, colei che sarebbe diventata la musa perfetta per ispirare sonetti a perdifiato. In base ai riferimenti presenti negli scritti dell’autore si pensa che si tratti di Laura de Noves, sposa del marchese Ugo de Sade (antenato del Marchese de Sade), nobildonna francese e, successivamente, madre di 11 figli. Laura è famosa per il “viso di madonna luce”, i “capei d’oro”, il “dolce riso” e le “man bianche e sottili”.

A differenza dei suoi predecessori – fautori di una poesia tutta spirituale – il poeta avvertiva nella bellezza del corpo della sua musa il desiderio di un amore terreno, inappagato e tormentato. Petrarca si nutriva di vane speranze, lamentava l’indifferenza della donna e invocava pietà per le proprie sofferenze. La vicenda ebbe una svolta con la morte della donna, avvenuta per via della peste nera allo stesso giorno dell’incontro, ma nell’anno 1348.

Succede a Tutti di credere in un amore e non capirlo realmente. Accade quando ami con l’anima e la testa non ragiona più, gli occhi non vedono quello che è evidente.

E allora inizia la sofferenza, quella fatta di solitudine trascorsa su una panchina vuota in una grigia giornata di Novembre di un anno ormai diventato qualunque, pensando ai raggi di luce che hanno illuminato il tuo cuore.

Ti guardano gli alberi scoloriti dall’ingresso dell’inverno, tutto ha perso colore, anche la tua anima che ha amato alla follia e che ora ama alla disperazione. Un amore disatteso che lascia smarriti, senza più un sentiero da percorrere, anche questo svuotato dalla luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rimani lì, attonito perché mai avresti pensato che l’amore potesse essere fermato da un ostacolo. Attonito perché vivevi di un amore puro, forse infantile, ma proprio per questo totalmente sincero.

E allora la tua disillusione ti impone di crescere e crescendo si muore.

 

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