Francesca mentre si spalmava la crema protettiva guardò la figlia immersa nella lettura dell’ultimo capolavoro dello scrittore di turno. Per lei il mondo era da sempre una grande isola del tesoro piena di libri. Sin da bambina aveva preferito la compagnia dei fumetti, dei giornalini, dei libri a quella degli amichetti. Quante volte, al ritorno da scuola in bus, aveva saltato la sua fermata, era arrivata al capolinea persa nelle sue storie.
All’automobile preferiva i mezzi di trasporto alternativi che le permettevano di leggere. Suo padre la prendeva in giro dicendole che viaggiava molto non tanto per fare un’esperienza di vita, ma per le ore di volo dove nessuno la interrompeva. Lei rideva sempre a questa battuta, sapendo che c’era un pizzico di verità. Ogni amica, fidanzato e poi marito e figli avevano imparato che, quando apriva un libro, lei semplicemente veniva inghiottita in un mondo straordinario dove gli altri non erano ammessi.
Per la madre, lei stessa buona lettrice, continuava ad essere un mistero il legame tra sua figlia e la lettura. Non era un’introversa, era una donna sportiva con una vita sociale attiva, innamorata di suo marito e dei suoi due ragazzi, ma la luce che le vedeva negli occhi quando leggeva, le emozioni che le passavano sul volto e la concentrazione che aveva quando teneva un libro tra le mani erano un’altra cosa.
“Marta, ti vedo da leggere da più di quarant’anni e non ti ho mai chiesto cosa provi quando leggi? Cosa ti assorbe tanto da non sentire cosa ti accade intorno?” chiese la madre assicurandosi di avere la sua attenzione.
“In realtà me lo hai chiesto migliaia di volte, una per ogni mia risposta mancata ad una tua domanda. Quanto ti infastidivano i miei “arrivo” o “un attimo”.
“Vero, a dirla tutta la peggiore delle risposte era “ora lo faccio” rispose la madre regalando ad entrambe una risata.
“Ma adesso che non sei più una ragazzina disturbata dal richiamo del genitore, ti va di spiegarmi cosa ti regalano i tuoi libri?”
“La vita. Ogni personaggio mi parla di sé ma anche di me. Gli autori mi conoscono meglio di quanto io conosca me stessa e sanno le parole per esprimere ciò che sento anche quando io non le trovo. Mi confortano, mi spronano, mi ispirano, mi consigliano. Danno risposte e soprattutto fanno domande. Io vivo la vita dei personaggi e loro mi accompagnano nella mia. I libri sono la mia reincarnazione e il mio nirvana. Bel miglioramento da “poi lo faccio”, non trovi?”
Le due donne sorridendo tornarono ognuna nel proprio mondo fantastico.