Il Valore dell’attesa: dolce o amara?

Ho deciso di scrivere questo breve articolo dopo che, qualche giorno fa, ho parlato con un mio amico autista.

Lui è autista privato presso una famiglia benestante e l’altro giorno mi raccontava delle lunghe attese che vive grazie, o a causa, del suo lavoro. Spesso accompagna il cliente alla destinazione richiesta e poi lo attende per 1, 2, 3, 4 persino 5 o 6 ore prima di riportarlo a casa o alla meta successiva. Il cliente gioca a golf o si trova con colleghi di lavoro e l’autista attende che arrivi la fine della qualsivoglia attività. È un lavoro che, quindi, prevede non solo spostamenti ma anche una lunga e a volte lunghissima attesa. Il mio amico mi spiegava che quest’ultima può essere vista come noia oppure può fruttare in maniera diversa. Lui ha deciso di iniziare ad imparare a disegnare, per esempio e così durante i momenti in cui aspetta il cliente realizza splendidi ritratti a carboncino. Ne ho visti alcuni e sono vere opere d’arte!

Questo dialogo mi ha portato a riflettere sul valore che l’attesa ha nella mia vita. È puro tedio o porta con sé dei frutti? E quali eventualmente?

Ci sono stati momenti in cui ho atteso qualcuno, pensando che la persona in questione avesse bisogno di tempo per maturare, capire e dichiarare i propri sentimenti. Ho aspettato in silenzio per quasi un anno capendo che quella era stata un’attesa vuota e mi sono ripromessa di non commettere più questo errore.

D’altra parte chi ti vuole davvero viene a prenderti, non ha alcun senso aspettare nell’illusione.

Ci sono stati altri momenti in cui non volevo proprio saperne di aspettare. Dopo l’università desideravo subito trovare un’occupazione, sentirmi utile, mettere in pratica quanto avevo studiato e invece ho vissuto mesi di attesa forzata mista a speranza e frustrazione, tutti sentimenti legati alla ricerca lavoro. Sono stata impaziente fino a che mio papà non mi fece vedere la situazione da un altro punto di vista. Mi suggerì di dare valore a quel periodo, in fondo mi stavo impegnando ad inviare il mio curriculum a varie aziende e scuole, però dall’altro lato avevo anche la fortuna di poter gestire il mio tempo molto liberamente. Potevo andare a fare una passeggiata in montagna in un qualsiasi giorno della settimana, per esempio e questo non sarebbe più stato possibile una volta iniziato il lavoro. In quell’occasione iniziai a dare quindi valore ed importanza a ciò che fino a quel momento avevo ritenuto una sciocca perdita di tempo.

Ci sono poi state anche attese molto piacevoli. Quelle che anticipavano l’arrivo di una lettera o di una cartolina che sapevo essere stata inviata ma che non sapevo quando sarebbe arrivata. Controllare la cassetta della posta ogni mattina (pomeriggio e sera) con quel leggero senso di adrenalina mi portava ad amare quella sensazione di attesa e a ricercarla ancora e ancora. Così, anche se sono decisamente fuori moda, invio tuttora lettere e cartoline soprattutto agli amici lontani che vivono in altri Paesi. Con la stessa costanza anche loro rispondono creando così un flusso costante di dono-attesa-ricezione.

C’è infine un altro tipo di attesa, quella che viene definita “dolce” che non ho ancora sperimentato ma sulla quale a volte mi interrogo. Come potrei vivere quei mesi in cui si aspetta ponendosi probabilmente mille domande e dovendo fronteggiare mille paure? Ci viene concesso del tempo per prepararsi all’arrivo della personcina (o personcine) più importanti della nostra vita e in quel caso come si aspetta nel modo giusto (se esiste un modo giusto?)

Insomma l’attesa può portare con sé tante emozioni e solo noi possiamo decidere come affrontarla, se subirla, se farla fruttare, se renderla dolce o amara.

Io la mia scelta l’ho fatta, e voi?

 

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3 risposte

  1. che bell’insegnamento ci ha dato il tuo amico autista. Non esiste perdita di tempo se si fa qualcosa che ci piace o che ci fa star bene. In fondo la cosa di cui ci lamentiamo un po’ tutti è proprio la mancanza di tempo. Forse dovremmo solo imparare ad apprezzare l’attesa degli eventi come quella di cui parli tu citando le cartoline e le lettere. Non è bellissimo quel tempo in cui ogni notizia può arrivare? Forse ogni attesa dovrebbe essere vissuta così, godendoci quel tempo in cui ancora tutto può accadere. Per quanto riguarda la “dolce attesa”, credo la si possa definire “romantica” perché nella testa e se vuoi nel cuore si crea un rapporto d’amore con qualcuno che ancora non esiste. Tutto è idilliaco. Ci sono le paure, ma quelle si palesano un minuto dopo il primo pianto. Prima è un dolce sentire.

  2. Grazie Vanessa per il tuo messaggio! Sono decisamente d’accordo: l’attesa come momento in cui tutto può ancora accadere.
    Mi è piaciuta molto anche la tua definizione di dolce attesa… Romantica e idilliaca. Molto bello????

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