Gli sfiorò il capo in una piccola carezza, un’altra e altre ancora, fino a quando l’agitazione lasciò il suo corpo diafano e Libero si abbandonò al sonno. Gli sistemò le coperte e si sedette sulla poltrona che ormai era diventata sala da pranzo, da lettura e da letto. Si allontanava solo per cucinare qualcosina, e per andare in bagno. La sua vita era in quella stanza. Lì era iniziata quaranta anni prima, quando si erano baciati per la prima volta sotto i bombardamenti. Lì avevano ricostruito un futuro e creato la loro famiglia. Lì se ne sarebbero andati insieme.