Tutt’altro che una festa del papà
Quello che il bambino fece dopo essere tornato a casa dalla cerimonia non fu piangere, ma salire in camera dei genitori, aprire l’armadio e tirar fuori i suoi vestiti.
«Il tessuto aveva ancora il suo profumo, un vago ma persistente aroma ferroso misto a tabacco.»
Il suo corpo pareva muoversi a rallentatore, tant’è che, a un certo punto, il bambino se ne stette immobile con lo sguardo assente e la memoria avvelenata, finché un improvviso e bruciante dolore alle mani non lo riportò in sé. Si guardò le dita: nello stringere una delle sue giacche, gli sanguinavano le unghie.
Si spogliò.
Poi, lentamente, indossò uno dei suoi completi, e fu come se quanto avvenuto tre giorni prima non fosse vero. Fissandosi allo specchio, per il bambino fu come se lui fosse tornato dal paradiso per festeggiare la festa del papà che la sua famiglia aveva organizzato per fargli una sorpresa.
Che cos’è una flash-fiction? Per farla breve, Fedele Lettore, le flash-fiction (come quella che hai appena letto) sono snack narrativi: piccoli, saporiti e non molto diversi dai panini con salamino e maionese di cui amiamo ingozzarci a ogni ricevimento. In poche parole, scritte bene e revisionate meglio, questi raccontini s’impegnano a narrare storie, o meglio, condividere un’immagine o uno stato d’animo dal retrogusto particolare. Se vuoi saperne un po’ di più, clicca qui.
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2 risposte
“Quello che il bambino fece dopo essere tornato a casa dalla cerimonia non fu piangere, ma salire in camera dei genitori, aprire l’armadio e tirar fuori i suoi vestiti.”
Senza che ti dico niente, sai già cosa hai rievocato nei miei pensieri.
Grazie.
Redazione, permettimi di rispondere a Messer Giovanni, mio dirimpettaio di banco durante i memorabili anni che furono e da qualche mese papà del piccolo Emanuele:
“Che essere padre ti aiuti a migliorare più di quanto tu nn abbia già fatto”