Lucilla imprecò a bassa voce, quei dannati tubetti la stavano sommergendo. Quando erano apparsi nel suo bagno? Da ragazzina passava ore lì dentro a fumare e a fare bagni in compagnia di un libro, ma non un minuto a spalmare creme.
The change l’aveva definito la sua amica inglese: “il grande cambiamento che vive ogni donna della tua età, darling”. Ma quale età? I cinquanta sono i nuovi trenta. Lo scrivono dappertutto. Lo dice anche la tv: “Cura il tuo corpo e lui ti ringrazierà”.
Si guardò allo specchio, era ora di chiarire due cosette:
“Io ti tengo come un oracolo: ho smesso di fumare da anni, ho eliminato fritti, alcolici, formaggi, glutine, lattosio e con mio straziante dolore anche gli zuccheri. Non consideriamo per cortesia, banane, mirtilli e kiwi. Sono un offesa ad ogni forma di dolce che esista e che deliziava la mia esistenza. Sono ancora piuttosto irritata per questa scelta. Ti nutro di kefir, bacche, semi oleosi, pesce e carne bianca, uova che ora fanno bene a qualunque cosa. Bevo tè rosso antiossidante a profusione e tanta acqua che il wc è esausto. Pratico Yoga, pilates, cammino, meditazione e respirazione guidata”.
Furiosa si guardò la mensola davanti a lei e sbottò:
“Allora perché aumentano i tubetti? La giornata è scandita dal collirio per l’occhio secco ogni due ore; detergente, tonico crema contorno occhi, antirughe e idratante la mattina e con variante crema nutriente la sera. Il gel per le mucose del naso tre volte al giorno, lo spray per quelle della bocca idem, la pomata per le emorroidi, dico e-mor-roi-di all’occorrenza. Poi la crema per il palmo delle mani e dei piedi che in questo periodo della vita possono essere soggetti a iperidrosi, che non sia mai, però, vengano applicate anche al dorso delle stesse estremità. No, lì serve la crema riparatrice” Riprese fiato e roteo gli occhi per provare a calmarsi, ma non ci riuscì-
“Per le giornate speciali abbiamo il gel per dolori articolari e muscolari e non accenniamo alla cremina speciale che le parti basse apprezzano quando vogliono divertirsi un po’”. Il suo viso arrossato la guardò severo dallo specchio.
Spense la luce e sbuffando come la teiera uscì.
Le serviva un cambiamento. Doveva solo capire quale.