Capita sempre a un certo punto di incontrare una città, una strada un frangente in cui senti di aver iniziato a muoverti leggero.
È il posto dove smetti di considerare i capelli e i vestiti e inizi a pensare con nuove unità di misura.
Quanti caffè da qui all’aeroporto.
Quante prese per ricaricare il telefono.
È il momento in cui non devi più usare Google Translate, hai sempre con te scarpe comode e un maglione caldo per il volo.
I gesti usuali – la fila al gate, il controllo qualità dei bagni – e gli scenari noti – le luci della città, le nuvole – sono quelli del viaggio, non quelli della vita che hai lasciato in dogana.
L’odore è quello degli alberghi e del caffè tostato.
Hai imparato la differenza fra fragranza e aroma.
Hai dimenticato che giorno è.
La Francia ti ha rapita senza fare morti.
Su quella terra bagnata dall’Oceano Atlantico e protetta dai Pirenei.
Il sapore del pain au chocolat, Il profumo di burro fuso e quella lingua armonica, hanno curato la tua stupida paura di perdere sempre qualcuno.
Con dei buoni compagni di viaggio sei salita e scesa in picchiata da nord a sud, avete scalato la Duna più alta d’Europa, e avete riso su quella spiaggia deserta che ha il sapore di sale e Sidro.
Hai camminato nel salotto bohemien dell’universo, senza pagare il biglietto, con la solita allegria disperata che ti sei cucita nel pass del cuore: quanto è meraviglioso il mondo quando ti manca sempre.
Ti strazia costantemente l’idea che non ti basterà tutta la vita a conoscerne un centesimo.
Viaggiare non è mai un cerchio ma una linea tesa.
Che non finisce mai e parte sempre prima che tu parta.
Che ti buca passando e tu ti fai trascinare via.
2 risposte
Sensazioni meravigliose
Grazie Angela 🤗🥰