Al/la ragazzino/a che sei o che sei stato/a…
Il bisogno di dedicare a qualcuno il meglio di se stessi.
L’autore de “Il Piccolo Principe”, Antoine de Saint-Exupéry, all’inizio del suo libro, fa una cosa un po’ strana, ovvero scrive una dedica, e fin qui tutto nella norma, ma poi comincia a spiegarne i motivi, cerca di giustificarsi, e arriva a riscrivere la dedica per farla giungere a quel ragazzo che è stato Léon Werth.
Antoine, nello scusarsi con i più piccoli per i motivi della sua scelta, in realtà, ci rivela quali siano i pilastri del bisogno che ciascuno, ragazzo o adulto che sia, ha di dedicare a qualcuno i “pezzi” più importanti della propria vita.
Innanzitutto, questo “qualcuno” non può essere una persona qualunque, ma, appunto, qualcuno che sia diventato importante per noi; importante, participio presente del verbo “importare”, indica la capacità di “portare dentro”.
E quando “importi” dentro di te una persona, ti assumi il rischio della scoperta, a volte dolorosa, di aver bisogno della sua amicizia.
Ma, attenzione, se un’amicizia non ti rende migliore non è ancora del tutto autentica.
L’amico/a, in realtà, non è chi capisce sempre tutto, ma colui o colei che, condividendo con te il tuo stesso bisogno di essere ascoltato e compreso, è accanto a te per ascoltarti, cercando di comprenderti, e per essere, da te, ascoltato/a e compreso/a. L’amico/a non è chi ti consola accontentando ogni tuo capriccio (e noi adulti, spesso, facciamo più capricci dei ragazzi), ma è quella persona che, quando ti senti solo/a, sa dire: “Presente!”.
Con-solare, “stare con chi è solo”. Anche se non ne siamo consapevoli, il tempo migliore della nostra vita lo dedichiamo a chi è capace di abitare la nostra solitudine trasformandola in compagnia.
Lo scrittore, nella sua opera, comincia a correggere quello che dice perché sa che il modo di dire o scrivere le parole ha un suo peso nell’invogliare le persone ad ascoltare e a leggere. Lui stesso, ascoltando, ricorda il bene che lo lega al suo amico (non a quello che ha, visto che è povero, ma a quello che il suo amico è per lui). Ricordare è il segreto per imparare a dedicare, alle persone a cui teniamo, le “pagini” migliori della nostra vita.
13 risposte
Bravo Luigi! Bellissimo scritto
Grazie, Davide. Sono lieto che ti sia piaciuta la prima riflessione di questa nuova rubrica.
Perdonami, Daniele. Sono frastornato da tanti nomi e situazioni dei ragazzi della scuola dove insegno. Grazie, ancora.
Una carezza per l’anima questo pezzo. Te ne dono grata
Grazie a te, Vanessa, per la tua gratitudine.
“Complimenti”…
Importante…
Grazie a te, Alessandra, che sei il meglio di un amore raro… La più importante e l’unica per me!
Non ci sono parole, se non Grazie!
Grazie a te, Flavia.
Grazie a te, Flavia.
Profondo, introspettivo, vero…
complimenti Luigi!
Grazie di vero cuore, Tatiana.
Introspettivo, profondo, vero…
Complimenti Luigi!!