Baobab: problema o possibilità?
Custodire le radici per coltivare buoni frutti.
È nel dialogo con gli altri che s’impara a vivere. Parlare con le persone, soprattutto quelle più piccole, semplici e povere, infatti, è la via maestra per entrare nella comprensione delle cose essenziali dell’esistenza. Succede così che, all’improvviso, la nostra conoscenza s’arricchisca di ulteriori dettagli da noi ritenuti in precedenza del tutto irrilevanti.
È il caso dei baobab che il Piccolo Principe, tendente all’introversione, riesce a vedere solo come un problema per se stesso e il suo piccolo pianeta, senza considerare un’ipotesi alternativa: la possibilità che il baobab, come tutte le altre cose create, può offrire in altri contesti.
Antoine, così, si trova diviso tra il compenetrarsi con empatia nel dramma del suo piccolo amico e l’ignoranza circa le potenzialità dei baobab. Potremmo dire che questo caso resta fonte di un caos mentale e materiale del quale si potrà venire a capo allorquando il viaggio del Piccolo Principe approderà alla tappa del pianeta della consapevolezza che anche i baobab sono tutt’altro che semplicemente una malerba troppo cresciuta da estirpare nel suo spuntare, ma il seme attuale del frutto che servirà domani a nutrire e a curare qualcun altro, e forse, chissà, lo stesso Antoine!
L’attenzione da avere nei confronti dei baobab, dunque, non è solo quella di un possibile pericolo ma anche il problema preso in carico da una provvidenza che sa conciliare i bisogni del Piccolo Principe e quelli del resto degli abitanti dell’universo. Mi piace pensare a un mondo dove il nostro piccolo amico non debba temere i baobab, dove egli stesso giunga alla maturità di chi ha il coraggio di custodire le radici di ciò che si teme semplicemente perché non si conosce e coltivare, contestualmente, frutti che nutrano l’uomo a ogni età, nella varietà della vita.
