La prepotenza non possiede ma è posseduta…
La regola d’oro della reciproca appartenenza.
A metà del cammino della sua giovane vita, il Piccolo Principe si ritrovò sull’asteroide 328 e anche qui non vi incontrò che un solo abitante, ossessionato dai suoi affari. Ci sono persone che, per non sottrarre un solo centesimo alla propria avidità di tempo, di successo, di potere, di denaro e di altro ancora, non possono permettersi di incrociare lo sguardo di nessuno, di salutare chicchessia e di trovare spazio per qualunque altro vizio.
Le eccezioni alle quali vengono costrette persone del genere, esigono un riscatto istantaneo sovraccaricato dagli interessi. Si finisce, allora, per cadere in un vortice nel quale si rischia di diventare come un oggetto posseduto dal prepotente di turno. È il caso, per esempio, di chi finisce nella morsa degli usurai che guardano le persone delle quali si dicono benefattrici, come a un bancomat dal quale prelevare quando e quanto si vuole.
La prepotenza, tuttavia, mentre crede di poter possedere tutto e tutti, è posseduta da quanto desidera accumulare. Incontrare persone del genere lascia interdetti per quella sensazione di trovarsi davanti a personaggi in preda a una sorta di “sobria sbronza”. Il Piccolo Principe, infatti, nota che non v’è molta differenza tra l’ubriacone e questo individuo che pretende di tenere persino le stelle sul suo conto corrente. Il principio del possesso privatistico non può mai essere legittimato quando riguarda un bene universale e soprattutto quel bene supremo che è la vita umana.
Lo stesso principino, avrà dovuto riconoscere di essere piuttosto “posseduto” dal suo fiore, dal momento che nel suo cuore continua a coltivarlo e a custodirlo. In quest’ultimo caso, però, più che di possesso, si tratta di mutua appartenenza, quella che chiude la bocca dei sognatori di sogni fallaci e illusori e spalanca la strada verso mete dove il fiore del proprio cuore può tornare a essere, e per sempre, la stella polare della propria vita.