Per camminare nella luce…
Occupandosi di altro da sé.
Sarà che il quinto pianeta, quello dell’asteroide 329, è una tappa molto vicina alla Terra, fatto sta che vi si consuma il dramma profetico di quei pochi che cercano, scontrandosi con il disinteresse di molti, di porre rimedio, o almeno un freno, ai disastri ecologici. Questo pianeta, il lampionaio e il Principe con la loro piccolezza e inadeguatezza sembrano essere una denuncia vivente di quanto accade in questo mondo in cui tutto gira all’impazzata, ormai senza precise coordinate di destinazione. Il desiderio di autorità, di vanità, di avidità e una smarrita identità umana non possono essere vinti dalla sforzo di volontà di pochi, che cercano di rimanere fedeli alle consegne ricevute in quanto custodi, e non proprietari, del creato.
I ritmi frenetici imposti dalla società e il sudore della fronte, mai abbastanza valorizzato da chi pur ne gode il frutto, non possono diventare la scusante per cedere alla pigrizia e recedere dal proprio impegno. Mezz’ora di sincera conversazione con se stessi può essere un’attività molto utile, per riscoprire la bellezza di quanto ci circonda, più che mille prolusioni fatte sopra la testa della gente.
Ho conosciuto una persona che amava riposare camminando, ma che, spesso non aveva tempo per camminare oppure non ne aveva la forza, ed era tormentato dal pensiero di essersi impigrito. Costui, inoltre, era come il lampionaio, disprezzabile agli occhi dei più ma, forse, l’unico che aveva avuto il coraggio di non essere ridicolo, occupandosi di altro da se stesso, provando a cambiare l’autorità in affabilità, la vanità in umiltà, l’avidità in eredità di relazioni nuove, segnate dal superamento della pigrizia, protese verso una nuova ecologia, soprattutto, dei rapporti umani.
Tra le mille giravolte quotidiane, vi sia sempre il tempo per allargare gli spazi e le possibilità di stringere amicizie nelle quali le gioie e i dolori altrui possano trovare finalmente posto, per condividere aurore giubilari e tramonti solidali, in quella grande, immensa, benedizione che è la vita.
