“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry – Capitolo XVI

Benvenuti sulla Terra…

Il pianeta delle perplessità e delle infinite possibilità.

Non so se Antoine avesse il gusto delle statistiche, ma immagino che, per il suo lavoro di aviatore, tendesse a essere particolarmente preciso nel fare i suoi calcoli. Il breve capitoletto che introduce il settimo pianeta visitato dal Piccolo Principe, presenta la Terra come un luogo dove ogni re ha qualcuno su cui regnare, dove più geografi possono confrontarsi, dove essere affarista è il mestiere più praticato, dove l’ubriachezza di alcuni contende con la sobrietà di altri, dove la vanità è sorte comune ai miliardi di esseri umani che la abitano.

La suggestiva descrizione dei lampionai di tutto il mondo, che prima che si scoprisse l’energia elettrica si avvicendavano in una sorta di danza, probabilmente deriva da qualche panorama che egli ha potuto ammirare dal suo aeroplano. Ora che i lampionai sono quasi ovunque in pensione, chissà se quello dell’asteroide 329 vorrebbe ancora venire a fare un giro sulla Terra! Egli, infatti, desiderava soltanto riposare, non trovarsi del tutto disoccupato.

La Terra, dunque, offre tante possibilità, ma lascia anche tante perplessità. La differenza la fa il tipo di rapporto che l’uomo stabilisce con l’ambiente che lo circonda. Mi sembra di sentire il Piccolo Principe suggerire di avanzare nei sentieri delle nuove tecnologie, ma di non preferire l’efficienza di queste al potenziale umano insito nelle relazioni tra persone.

Se il Piccolo Principe vivesse oggi sulla Terra, vorrebbe poter dire “buongiorno” anche al benzinaio, piuttosto che accontentarsi di risparmiare qualche centesimo con il self-service; egli preferirebbe dire “grazie” al casellante piuttosto che ascoltare le istruzioni delle casse automatiche; egli, seppur vi fossero, se ne andrebbe a far compagnia a quei due unici lampionai dei rispettivi Poli, Nord e Sud, ne condividerebbe le semestrali notti e offrirebbe loro qualche saggio consiglio per investire nelle possibilità creative dell’ozio e nell’esperienza acquisibile dall’indolenza, inventando relazioni.

Il Piccolo Principe, possiamo esserne certi, non sceglierebbe la parte migliore della Terra, ma s’impegnerebbe a far parte agli altri del meglio che l’umanità intera può esprimere nella fratellanza, in comunione di vita.

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