Un difficile discernimento…
Subdoli e “striscianti” sentimenti.
Gli uomini calcolatori non sanno far altro che allargare gli spazi del proprio egoismo; la cura, invece, sta nel fare i conti con gli “interstizi” di vita che corrono tra un essere umano e un altro. Non sia mai che la prima impressione di chi comincia a conoscere il mondo e le sue dinamiche sia quella di trovarsi in un deserto relazionale, dove nemmeno più ci si accorga di una presenza “altra”, oltre alla propria!
L’immaginario del Piccolo Principe, nutrito dai racconti che aveva ascoltato circa la Terra, s’infrange nella paura di una rotta sbagliata e nella sorpresa di trovarsi ancora, e di nuovo, solo. La solitudine non è mai disabitata e il deserto, solo in apparenza, rimane tale; nella notte, niente tace davvero. In un notturno deserto terreno, il Piccolo Principe scopre questa verità, scorgendo la presenza di un serpente.
Il subdolo linguaggio di questo animale, che qui potrebbe rappresentare la somma di ogni “strisciante” vicinanza della quale si possa restare vittima, insinua innanzitutto, nel piccolo ospite, il dubbio di essere stato un incapace a scegliere in quale punto del pianeta atterrare.
Il parlare interrogatorio, che vuole apparire come consolatorio nei confronti degli altrui sfoghi, è, in circostanze come questa, del tutto insopportabile. Silenzio e solitudine, al di là di ogni umana compagnia, è l’aspettativa di vita suggerita dal serpente.
Nessun interesse, dunque, per i drammi di quel piccolo cuore circa il proprio fiore; il serpente, freddo e cinico, si “pavoneggia” con fiero orgoglio, quando il principino gli dice di essere un animale un tantino strano, perché più piccolo di un dito e senza zampe.
È vero, il Piccolo Principe ha sperimentato che il potere, espresso dalle indicazioni di un re, può essere disatteso, se risulta irragionevole; che, per viaggiare, il primo mezzo di locomozione sono i piedi. È vero anche, d’altro canto, che quel ragazzino non conosce ancora la letalità e la velocità del suo biforcuto interlocutore.
Senza riceverne il permesso, il serpente si abbarbica alla caviglia del principino e gli fa una minaccia, dietro il velo di una promessa. Il Piccolo Principe, intuisce che qualcosa non quadra e opera, come suo solito di fronte a questioni troppo complicate per lui, una temporanea sospensione del giudizio, rimanendo in silenzio.
Il serpente, “riparando”, in modo malevolo, all’indifferenza di poco prima, dietro una coltre di falsa pietà, adotta la strategia di offrire al Piccolo Principe, qualora ne avesse avuto un assoluto rimpianto, la possibilità di rientrare sul suo pianeta.
Il principino afferma di aver inteso, ma, per ora, non si sa cosa! Anche perché, subito dopo, chiede al serpente il motivo del suo parlare perennemente enigmatico. La risposta è un nuovo interrogativo nel cuore del Piccolo Principe, che, chiudendosi nel silenzio del suo guscio esistenziale, si chiede: “Come può saper sciogliere ogni enigma, un essere così enigmatico e che solo di enigmi mi ha riempito la vita?”.
