“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry – Capitolo XVIII

Dove sono gli esseri umani?

Trattare i propri simili con umanità…

 

Vagabondo nel deserto, il Piccolo Principe incontra un fiore, ma ciò non gli procura meraviglia. Si vede che le parole ascoltate in precedenza l’hanno particolarmente turbato. Eppure un fiore nel deserto è come la speranza che si esprime in una frase che ho sentito qualche anno fa: “Ascolto il grido del deserto che vuole diventare giardino”.

Ma un fiore nel deserto, non può avere lunga vita, se non in relazione a qualcuno che si prenda cura di lui. Il Piccolo Principe, “scottato” dalla sua esperienza sentimentale con l’unico fiore del suo cuore e, forse, temendo di diventargli infedele, non va oltre i convenevoli e la richiesta di qualche indicazione.

Se, tuttavia, quel fiore è di poco conto al cuore del Piccolo Principe, non lo è la domanda che egli pone su dove si trovino gli uomini. Infatti, se si prova ad andare al di là del significato spaziale del quesito, si spalanca un interrogativo profondo: “Dove sono gli esseri umani?”.

Dov’è finita l’umanità, intesa non come una quantificazione di masse, ma come quella qualità che rende tali gli esseri umani? Anche la risposta del fiore, fornisce un aiuto in questo senso. Di fatto, si trova sempre più di rado, e a qualsiasi livello, chi tratti con umanità i suoi pari. Inoltre, non si può restare umani, se non viaggiando, insieme, in quella carovana che è la vita.

Quali sono i “vènti” che portano l’essere umano lontano da se stesso e gli esseri umani lontani tra di loro? È qui che il fiorellino, prima di dissolversi in un “Addio” nei confronti del già congedante principino, gli impartisce la lezione migliore di tutte. Il fiore non fornisce che una risposta indiretta alla domanda, e suggerisce che tutto dipende dalla mancanza di radici e che, tale assenza, è il maggior elemento di disturbo che impedisce alle relazioni di essere veramente umane.

Bisognerebbe aspirare, allora, a essere umani dalle radici “itineranti”. No, non è una contraddizione. Si può imparare dai girasoli: restano ben radicati nella terra, ma crescono quanto più possono, “allungandosi”, verso il sole, pro-tèsi, contro ogni vento e in un continuo anelito, alla fonte ultima della loro esistenza. Qual è, dunque, per gli esseri umani, il solo e fondamentale senso della vita?

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