“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry – Capitolo XIX

L’eco della solitudine…

Esseri umani cercasi!

 

La vita è degna di essere vissuta e la si assapora, appieno, quando le “salite”, che essa ci pone dinanzi, sono scalate in cordata. Povero principino che si ritrova tutto solo, in un mondo a lui estraneo ed estraneo al mondo, a scalare un’alta montagna. Tutto nel suo mondo era proporzionato a lui, anche la fatica. Sì può dire, dunque, che per lui la primissima percezione della realtà terrena è quella di una grande, disumana, fatica.

Illusoria e fanciullesca semplicità che lo porta a soffrire ulteriormente, è il pensiero che da un’alta vetta potesse, con un solo sguardo, raccogliere tutta la terra e tutti gli uomini. In verità, egli ha visto una metafora dell’essere umano in quelle rocce dure e acuminate. Durezza di mente e di cuore, infatti, caratterizzano spesso i ragionamenti delle singole persone e, di conseguenza, nel loro relazionarsi, esse non riescono a far di meglio che a procurarsi vicendevoli ferite, attraverso abbracci, talvolta, “acuminati”.

Colpisce che il fenomeno denominato “eco” e che, normalmente, è un gioco divertente per i bambini, soprattutto per quelli che lo scoprono per la prima volta, sia vissuto dal Piccolo Principe con un senso di dramma profondissimo. Tutto questo la dice lunga sulla maturità di coscienza di questo piccolo grande essere, che aspira a essere uomo insieme agli altri esseri umani.

Per questo motivo, non sembra superfluo soffermarsi sulle brevi frasi che riecheggiano nel suo dire: “Buongiorno”; “Chi siete?”; “Io sono solo!”. Un saluto, una domanda, un’affermazione! Il saluto è il primo approccio di un incontro “sano”, mentre la domanda in questione fa da sfondo al dialogo di conoscenza, e dischiude le porte della confidenza all’affermazione della propria solitudine e al fondamentale bisogno di compagnia.

Un dettaglio da non trascurare è che l’eco generata dal grido del Piccolo Principe, non fa riverberare la richiesta: “Siate miei amici”. È nell’amicizia che si fa esperienza di uno stile relazionale che sia veramente umano, nell’accezione più nobile di questo termine. Senza amicizia, base fondamentale di tutte le relazioni, l’anima diventa arida, le parola acuminata, la fatica di vivere molto amara.

Il Piccolo Principe pensa che gli uomini manchino di creatività e che, per questo, non sappiano far altro che copiare frasi già dette. Questo, in parte, è vero. Ma è vero soprattutto che il Piccolo Principe non ha ancora trovato un amico che lo conduca a far memoria dell’amicizia amorosa del suo fiore, che, prendendo l’iniziativa di parlargli, gli irrigava e profumava, ogni volta, dolcemente, la vita.

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