“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry – Capitolo XX

È umano piangere per qualcuno…

Amore e dolore si appartengono.

 

Il vagare di ogni persona attraversa stagioni del cuore feconde più della primavera, roventi più dell’estate, ma anche sterili e fredde come l’autunno e l’inverno. Così, anche il Piccolo Principe, nel suo tentativo di “com-pro-mettersi” con il genere umano, affronta sabbie instabili, rocce taglienti, nevi sdrucciolevoli. E, finalmente, il suo vagabondare senza una meta precisa, culmina in un sentiero per il quale egli possa seriamente incamminarsi.

Un “détto” afferma: “Tutte le strade portano a Roma”. Questa frase sembra parafrasata da Antoine con l’espressione: “Tutte le strade vanno verso gli uomini”. Il Piccolo Principe, tuttavia, non sperimenta ancora questo, perché s’imbatte in un roseto che molte lacrime gli fa versare. A proposito di questo, bisognerebbe smetterla di dire che per essere persone grandi, cioè adulte, sia necessaria la capacità di non piangere. Conosco persone che sono diventate veramente grandi quando hanno cominciato a piangere: lacrime d’amore e di dolore, lacrime di peccato e di pentimento.

Il Piccolo Principe lo si può trovare piangere riverso su un prato, ma mai per futili motivi. Questo principino, piange non come un “moccioso capriccioso”; le sue, sono piccole lacrime “adulte”. Scoprire che la realtà è, anche solo in apparenza, diversa da quella che gli si era dispiegata davanti, è per lui fonte di grande sofferenza. Un roseto di cinquemila rose, tutte somigliantissime al suo fiore, è quanto basta per farlo deprimere, fino all’infelicità.

Il giardino del suo nobile cuore non poteva tollerare la compresenza di due o più fiori che, contendentesi un’“unicità” a caro prezzo per lui, ovvero a suon di spine conficcate nel suo animo gentile, ne esigevano un amore non scevro dal dolore. Eppure la sua attenzione è sulla vergogna che il suo fiore, una rosa come tante, avrebbe provato di fronte a quella scoperta. È proprio di chi ama pensare al disagio altrui, anche quando ve ne sia un altro ancora più grande per se stessi.

Piccolo Principe, non aver paura di perdere il tuo fiore, perché se mente, ti ha già perso e se tu lo assecondi nelle sue simulazioni, l’hai già perso, anche se siete vicini. Ora che invece siete lontani, non giungere a conclusioni affrettate, non credere al tuo come a un perduto amore. Piangi, pure, sì, perché questo è umano. È l’amore che gli hai donato a farti ricco, non quello che il tuo fiore non ha saputo darti. Sei un grande Principe, tanto quanto hai amato, in ogni stagione della tua vita.

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