Ero negli Stati Uniti quando per inseguire un articolo da pubblicare, ho sconfinato in Canada.
Il mio intervistato mi dà appuntamento a Niagara in un albergo davanti alle cascate. Me le aspettavo diverse le famose cascate del Niagara, ma andava bene così. Ogni viaggio porta piccole delusioni.
Il mio appuntamento era fissato per le ore 07.00 AM, orario locale. Mi sveglio presto e mi preparo per tempo.
Consumo la mia ennesima colazione all’americana, perché quella canadese è identica. La colazione, il mio pasto preferito, lo gusto con soddisfazione, che andrà scemando quando controllerò, qualche giorno più tardi, il mio peso sulla beffarda bilancia.
Esco presto, mi fermo nella hall dell’albergo per un ultimo controllo alla attrezzatura fotografica comprensiva del fido taccuino cartaceo che mi serve per fissare le immagine descritte dalle parole.
Lascio l’albergo con una certa distrazione, focalizzato nel chiudere la borsa fotografica e sistemando mentalmente i pensieri.
Lo spettacolo che si presenta davanti a quei pensieri, mi riporta nel momento esatto che stavo vivendo, non altrove, non alla intervista in programma da lì a poco, ma proprio lì in quel momento.
L’alba mi interroga, chiedendomi: “cosa sarà di te oggi?”.
Io non le so rispondere, rimango implume di parole. La mia bocca e socchiusa in un candido stupore, l’aria che mi avvolge è fresca e carezzevole, il silenzio è la compagnia di quel viaggio.
Il silenzio non parla perché ascolta.
Io ne approfitto per guardarmi intorno e vedo l’alba che mi risponde alla sua stessa domanda: “oggi io sono l’inizio di un nuovo te, respira a pieni polmoni e rifatti una nuova vita. Ogni giorno, ogni volta che io ti riempirò gli occhi con la mia luce”
(Foto di copertina: Raymond Martin – Canada 2023)