Il valore di vivere insieme…
Cercando con il cuore.
“Ne vale la vita!”. Svegliare un pozzo insieme a qualcuno vale il senso della vita. Forse, non si riuscirà nell’impresa di dissetarsi, come avviene in questo capitolo, ma nel morire insieme ci si potrà sentire davvero vivi, grazie al valore di chi ha saputo far sgorgare il meglio di sé dalle sua umanità lacunosa. Lo stridore di un’isolata carrucola, in compagnia, diventa musica e il pozzo diviene capace, mentre il secchio sale, di contenere anche il calore e lo splendore del sole. Persino chi ne è inconsapevole ha sete di quest’acqua.
Bere con gli occhi, nella dolce consolazione d’esser “festa” per qualcuno al mondo, con il quale si è potuto cantare e camminare… Una rosa, un’unica goccia d’acqua, parafrasando un proverbio ebraico, valgono come la vita di cinquemila rose e dei mega litri necessari per innaffiarle. Cosa cerca il cuore? Come si cerca con il cuore? Sostando con gli occhi sui dettagli, senza lasciarsi inghiottire da essi come se fossero i soli a fornire il senso del tutto; adempiendo le promesse delle quali è intrisa la parola data e che, da chiunque e sempre, ci si aspetta vengano mantenute.
E, allora, che saranno mai quei “cavoli” di baobab, quelle “corna” della volpe, guardando schizzi infantili di un adulto che non ha ancora imparato a ridere al sarcasmo dei bambini, se non un’occasione per apprendere la saggia arte di saper ridere di se stessi? È un buon rimedio quello di non prendersi troppo sul serio, per non soffrire le grettezze del proprio cuore, di fronte all’ignoranza che abbiamo di altrui progetti, che si possono solo intuire.
L’anniversario della caduta sulla Terra del Piccolo Principe rivela una nostalgia che lo fa arrossire, dal momento che questa lo rende pronto a lasciare la compagnia di Antoine, senza trovare il modo di dissimularlo. Otto giorni che sfociano nell’angoscia di capire, tutto d’un tratto, che colui a cui si tiene sta per andare via. Un rossore che è un’ammissione da parte del Piccolo Principe e un nodo alla gola che gli impedisce la risposta, e cerca di distrarre la paura di Antoine con la scusa del “dovere” che ha di lavorare al mezzo della sua salvezza.
L’ultimo domani atteso è quello che può gettare nell’inquietudine e nelle lacrime chi, pur senza volerlo, si è lasciato addomesticare. E così c’è un’ultima sera che segnerà, nella fissazione di un tempo eterno, la sera della vita.